Barbie: il film che parla di femminismo a tutte e a tutti

Tra campagne di marketing, riflessioni sull’attualità e una forte componente di meta umorismo, il film “Barbie”, uscito il 20 luglio 2023 con la regia di Greta Gerwig, ha fatto parlare di sé già dalla prima proiezione nelle sale italiane, europee e internazionali.

La trama (senza spoiler) parla della nota bambola dalle sembianze adulte che vive in un mondo distopico: Barbieland. Grazie alle sue fattezze e all’idea rivoluzionaria di Ruth Handler, Barbie permette a tutte le bambine che la usano di uscire dal ruolo di “future madre” e di ampliare gli orizzonti della propria fantasia, immaginando il proprio futuro in qualunque ruolo possibile.

Già dall’uscita dei primi trailer si capiva che questa proiezione non sarebbe passata inosservata. Vediamo, quindi, quali sono le tematiche affrontate in questo film che, seppur secondarie alla trama principale, hanno reso questo film unico.

Il patriarcato e la parità di genere… che spasso!

Non è facile parlare di patriarcato, parità di genere e diritti sociali senza rischiare di rivolgersi solo a chi, per motivi culturali o per interesse personale, conosce già questi argomenti. Quando si comunica con un pubblico di massa, al contrario, si rischia di banalizzarne i principi basilari o appesantirli, annoiando o spaventando gli spettatori meno interessati ad essi. Non è, però, il caso di Barbie: una pellicola che racconta la crescita personale dei protagonisti che, a causa di una serie di eventi, dovranno mettere in discussione ciò che hanno sempre creduto e riflettere sui problemi del mondo reale – come quello del patriarcato – per migliorare sé stessi e la società che li circonda.

Barbie e Ken: uno sguardo sul mondo con gli occhi dell’altro

La pellicola Barbie si distingue per la sua capacità di trasmettere contenuti divulgativi: dal modo in cui le Barbie vengono realmente usate dalle bambine al ruolo che questo gioco ha avuto sullo sviluppo della nostra società, influendo sui rapporti che le donne hanno tra di loro e con gli uomini.

Con vari sketch comici e capovolgimenti dei ruoli, questo film mostra agli uomini le difficoltà che un mondo patriarcale riserva alle donne. Senza colpevolizzare nessuno personalmente, aiuta il pubblico maschile a comprendere da vicino le dinamiche della tanto discussa questione di genere. Al contempo, espone alle donne le problematiche che ogni uomo si trova ad affrontare in una società che, seppure caratterizzata da un’ideologia maschilista, lo riempie di aspettative e non gli permette di essere sé stesso.

Con disinvoltura e ironia, riesce ad evidenziare ciò che sembra semplice da notare ma che spesso tendiamo a ignorare.

“Femminismo tossico”? No, grazie!

Questa proiezione mostra, chiaramente, l’importanza di perseguire una forma di femminismo sano, che mira ad una società equa, basata sull’inclusione di entrambi i generi. Con una spiccata ironia, Greta Gerwig prende le distanze dal cosiddetto “femminismo tossico”: quello basato sulla lotta tra gruppi di donne che, pur avendo lo stesso obiettivo dell’emancipazione femminile, discutono su come tale obiettivo vada raggiunto. Il risultato, forse anche non voluto, di questa scelta è che il pubblico può fare chiarezza su ciò che è davvero femminismo e ciò che, talvolta, rischia di essere scambiato per tale.

Vi auguriamo dunque una buona visione di questa pellicola che, senza risultare pesante, può insegnare qualcosa a tutte e a tutti…ma soprattutto a chi ama trovare spunti di riflessione dalla settima arte!

Cultura
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martedì 21 Gennaio 2025