Agosto a Osage County: le pianure dell’anima
“La speranza di ogni drammaturgo è quella di poter attingere, attraverso la narrazione, a temi universali”, così Tracy Letts, autore della commedia Agosto a Osage County – quarto appuntamento della stagione di prosa 2023-2024 del Teatro Sociale di Trento – descrive il proprio lavoro, fortemente incentrato sul tema familiare del confronto/scontro multigenerazionale creatosi a partire dagli anni della Depressione fino al boom economico.
L’adattamento vanta al timone Filippo Dini, dal 2021 regista residente del Teatro Stabile di Torino, con cui nelle passate stagioni ha realizzato capolavori come Casa di bambole di Ibsen, The Spank di Anif Kureishi, Ghiaccio di Bryony Lavery, e Il crogiuolo di Arthur Miller, visto non più tardi dell’anno scorso. Della sua ultima fatica afferma: “Non ci sono vincitori in questa storia, come forse non ce ne sono nella nostra epoca: non c’è alcun riscatto, né un miglioramento delle coscienze, o di stili di vita, solo un assistere privo di pietà allo scarnificarsi lento e inesorabile di quella cosa oscura e misteriosa che siamo fin troppo abituati a chiamare famiglia”.
Al centro di questo dramma vi sono infatti le dinamiche familiari dei Weston, due genitori, due zii e tre figlie, ognuna con il proprio bagaglio emotivo e sentimentale, che dopo anni si ritroveranno riuniti loro malgrado nel bel mezzo delle grandi pianure dell’Oklahoma, tormentati dalla siccità estiva che sembra fare il verso alla loro aridità interiore. Deus ex machina dell’intera azione è la scomparsa improvvisa di Beverly, padre alcolizzato, che presto si scoprirà morto suicida. Dall’altra parte la madre Violet è malata di un cancro alla bocca che l’ha portata a diventare tossicodipendente, tanto assente e semisvenuta quando inebriata, quanto cinica e velenosa nei rari momenti di lucidità. A farne le spese in primis la figlia minore, l’unica rimasta a vivere in zona, sempre presente ma mai apprezzata, colpevole di mancanza di stile e di marito.
Sua controparte positiva sembra essere la sorella maggiore Barbara, salvo poi scoprire il tradimento del coniuge che la vuole lasciare per una donna più giovane e meno complicata, e il costante fumare cannabis della figlia quattordicenne in piena crisi adolescenziale. Infine entra in scena Karen, la terza sorella, che vive a Miami passando da una relazione all’altra in una perenne giostra emotiva di insicurezze e complessi d’inferiorità che l’hanno portata a fidanzarsi con un uomo più grande e mistificatore.
Lo spettacolo pecca purtroppo in lunghezza che, se nel primo atto, complice la scrittura frizzante, conquista l’interesse della platea, nel secondo tende a disperderne l’attenzione, nonostante meschinità, vendette, frustrazioni e rancori si susseguano sul fondo di una scenografia grandiosa, con pareti in continuo movimento che ricreano spazi angusti e soffocanti che ben si prestano a trasmettere al pubblico un po’ di quelle pianure dell’anima che sembrano affliggere i personaggi in scena.
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domenica 8 Dicembre 2024