Un panino che vale un lavoro

Job interview: in America il classico non va di moda

Un panino che vale un lavoro

Essere pronti ad ogni evenienza, questo il consiglio per i cervelli in fuga desiderosi di trovare l’occupazione dei sogni oltreoceano.

Anno 2012, Stati Uniti d’America: le grandi multinazionali ingaggiano gli head hunter più ostici per selezionare i candidati. Spiazzare è la parola d’ordine, lo rivela una ricerca pubblicata su cbsnews.com che elenca le 25 domande più insolite poste durante i colloqui di lavoro.
Allenate corde vocali e fatevi amico qualche contadino canadese: la Dell, leader nella produzione informatica, vi chiederà la canzone che meglio rappresenta la vostra etica lavorativa mentre Page e Brin, fondatori di Google, saranno curiosi di sapere quante mucche pascolano in Canada.
«Come si fa un panino al tonno?», la Astron, società di consulenza aziendale, si butta sulla gastronomia. «Riesci a dire Peter Pepper Picked a Pickled Pepper e vendere contemporaneamente una lavatrice?».
Il candidato in esame avrà ben poco d’annoiarsi, colpa del sistema di recruiting americano che lo colpisce direttamente al cuore; nessuna freccia di cupido all’orizzonte piuttosto i quesiti taglienti di sagaci esaminatori.
La parola heart racchiude le cinque qualità che il mercato del lavoro esige dalla risorsa umana: honesty (onestà), energy (energia), accountability (affidabilità), respect (rispetto) e teamwork (capacità di lavoro in team).

 

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lunedì 21 Ottobre 2024