#Nonunadimeno. Questa volta per davvero
Pochi giorni fa, il 27 febbraio 2021, si è svolta a Trento una manifestazione per commemorare Deborah Saltori, un’altra vittima di femminicidio. Questo dopo neanche sessanta giorni dall’ultima manifestazione dedicata all’imprenditrice etiope Agitu Ideo Gudeta, ennesima vittima dello stesso dramma. La panchina rossa presente in piazza è sempre la stessa, ma porta un nome in più.
Molti relatori hanno espresso con fermezza la loro vicinanza alle famiglie delle vittime, ribadendo la necessità di rieducare la società a partire dalle scuole e l’urgenza di migliorare le contromisure nei confronti degli uomini violenti, in difesa delle vittime. Si è parlato dell’assenza di una vera e propria terapia per recuperare, dal carcere, gli uomini violenti ed azzerare – o per lo meno far diminuire – le probabilità di reiterazione del reato. È stato messo in evidenza il fatto che la sospensione di programmi di rieducazione sociale, come i “Percorsi di educazione alla relazione di genere” che si svolgevano nelle scuole, abbia rallentato il cambiamento culturale di cui la nostra società ha bisogno. A riguardo, è stata inoltre richiesta la reintroduzione di tali percorsi per poter intervenire più adeguatamente sulla sensibilizzazione ad un problema complesso come la violenza di genere.
Purtroppo, nonostante l’impegno presente nelle manifestazioni e nelle iniziative culturali, i femminicidi continuano a ripetersi. Sorgono dunque delle riflessioni: sarà mai possibile risolvere questo problema? Dato che la violenza continua ad esserci, sono davvero serviti i dibattiti, le manifestazioni e i gesti di sensibilizzazione sociale sull’argomento avvenuti finora? Probabilmente, questa e le altre manifestazioni non stravolgeranno all’istante la mentalità di un uomo convinto di essere padrone della sua donna e non lo fermeranno dal continuare ad esercitare violenza. Analogamente, una petizione come l’“Appello contro la violenza sulle donne” presente su change.org difficilmente fermerà, su un piano pratico, il dramma della violenza sulle donne.
Tuttavia, gli eventi pubblici incoraggeranno le donne vittime di violenza a denunciare i loro carnefici – anche prima che arrivino all’apice della violenza – e la petizione potrebbe aver coinvolto emotivamente quegli uomini che, non sentendosi abbastanza presi in causa, finora non avevano preso posizione sull’argomento.
L’auspicio è che insieme leggi, manifestazioni e percorsi educativi cambino la cultura che giustifica la violenza e portino la società a credere convintamente nella parità di genere. Solo allora le manifestazioni e le iniziative di sensibilizzazione saranno davvero superflue, perché il rispetto reciproco sarà dato per scontato e la violenza di genere sarà solo un lontano ricordo, finalmente superato.
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domenica 8 Dicembre 2024