Lo sport nella Costituzione. Che cosa cambia?

La Camera dei Deputati ha da poco approvato in seconda lettura la modifica che introduce l’espressione “attività sportiva” nell’articolo 33 della Costituzione. La decisione è stata corale e sostenuta da tutti i gruppi parlamentari e dai diversi schieramenti politici: 312 voti favorevoli su 312. Dei ventisette Paesi dell’Unione Europea, sono solo nove quelli che, in varie forme, citano lo sport nella loro Costituzione: Portogallo, Grecia, Bulgaria, Croazia, Lituania, Polonia, Romania, Spagna e Ungheria. Che cosa comporta questa modifica?

L’articolo 33 – che comincia con “l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento” – ora finisce con la seguente formula: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. La scelta di usare il termine “attività sportiva” al posto di “sport” è probabilmente dovuta al fatto che l’accento viene posto sullo sport praticato e non in senso lato. L’attività motoria è in ogni caso una parte fondamentale della vita della cittadinanza ed è giusto che anche la Costituzione lo riconosca. Già nella scorsa legislatura il Parlamento aveva affrontato l’argomento con un trasversale consenso alla proposta, ma lo scioglimento anticipato delle Camere aveva poi imposto la ripartenza da zero.

Un «passaggio storico» riconosciuto anche da Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico. «Un momento che attendevamo da tempo, una conquista importantissima che deve rappresentare un punto di partenza per la costruzione di una nuova stagione di diritti con al centro lo sport quale strumento di benessere, inclusione e integrazione, nonché agente di trasformazione sociale, partendo dalla scuola, il luogo dove indistintamente può essere garantito il diritto all’attività fisico-motoria».

Osservazione impeccabile, ma alle parole devono seguire i fatti: devono arrivare scelte coraggiose in termini di presenza della materia a scuola, non solo nell’educazione fisica ma anche dello studio della storia e della cultura dello sport; deve arrivare il sostegno alle società sportive, soprattutto dopo la riforma approvata e codificata negli ultimi mesi che cerca di dare dignità a quel lavoro “sportivo” finora quasi del tutto privo di tutele; devono arrivare investimenti pubblici nel settore, che dal PNRR ha ricevuto solo lo 0,5% degli stanziamenti.

Al momento, si direbbe che il valore della modifica sarà più che altro simbolico. Secondo il costituzionalista Mauro Volpi (docente all’Università di Perugia) «non avrà grandi effetti nella vita dei cittadini», mentre potrebbe avere risvolti giuridico-amministrativi: «Con l’introduzione di questo principio in Costituzione potrebbero aumentare i ricorsi da parte dei tribunali per questioni di legittimità costituzionale su leggi in ambito sportivo, qualora i giudici ritengano che il principio dello sport come pratica educativa non venga rispettato», ha dichiarato Volpi.

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sabato 27 Luglio 2024