Chiudi

Un'esperienza su misura

Questo sito utilizza cookie tecnici e, previa acquisizione del consenso, cookie analitici e di profilazione, di prima e di terza parte. La chiusura del banner comporta il permanere delle impostazioni e la continuazione della navigazione in assenza di cookie diversi da quelli tecnici. Il tuo consenso all’uso dei cookie diversi da quelli tecnici è opzionale e revocabile in ogni momento tramite la configurazione delle preferenze cookie. Per avere più informazioni su ciascun tipo di cookie che usiamo, puoi leggere la nostra Cookie Policy.

Cookie utilizzati

Segue l’elenco dei cookie utilizzati dal nostro sito web.

Cookie tecnici necessari

I cookie tecnici necessari non possono essere disattivati in quanto senza questi il sito web non sarebbe in grado di funzionare correttamente. Li usiamo per fornirti i nostri servizi e contribuiscono ad abilitare funzionalità di base quali, ad esempio, la navigazione sulle pagine, la lingua preferita o l’accesso alle aree protette del sito. Comprendono inoltre alcuni cookie analitici che servono a capire come gli utenti interagiscono con il sito raccogliendo informazioni statistiche in forma anonima.

Prima parte6

cm_cookie_cookie-wp

PHPSESSID

wordpress_test_cookie

wordpress_logged_in_

wordpress_sec_

wp-wpml_current_language

YouTube1

CONSENT

Scopri di più su questo fornitore

Google3

_gat_

_gid

_ga

Scopri di più su questo fornitore

La privacy è un’utopia

La privacy, o se vogliamo dirla “all’italiana” la riservatezza o privatezza, è quel diritto che tutti noi abbiamo e che si riferisce alla sfera della vita privata, è cioè il diritto della persona a tenere riservate le informazioni che la riguardano. Questo diritto, va sottolineato, fa parte di quei diritti inviolabili dell’uomo affermati dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e ricavabile anche dalla Costituzione italiana.

Spesso siamo abituati a sottoscrivere il consenso al trattamento dei dati personali con leggerezza: sono informative scritte in caratteri microscopici e la loro lettura richiede tempo. Concediamo pertanto il nostro consenso senza pensarci e permettiamo a centinaia di applicazioni l’accesso alle nostre informazioni e a quelle dei nostri amici sui social network.

Quando balza agli onori della cronaca qualche notizia di fuga o furto di dati personali temiamo che qualche misterioso estraneo si sia intrufolato nella nostra vita, frugando tra le nostre cose più intime. È quanto accaduto qualche mese fa quando è esploso lo scandalo di Cambridge Analytica, la società che avrebbe raccolto illegalmente da Facebook i dati di 50 milioni di persone per scopi elettorali negli Usa e in Inghilterra. Tali dati sarebbero poi serviti per influenzare il voto dei cittadini in merito alle elezioni di Trump e al referendum inglese sulla Brexit. Se fosse così si tratterebbe di uno dei più grandi furti della storia, una sorta di film di 007.

 

twitter-292994_1280

 

Ma cos’è successo realmente? Sembra che lo sviluppatore Kogan abbia creato un’applicazione simile ad un test di personalità che ogni iscritto poteva scaricare gratuitamente. In questo modo ha potuto raccogliere i dati di migliaia di profili, il cui numero è andato ad ingigantirsi in modo esponenziale coinvolgendo anche i profili di altri utenti e allargandosi quindi a macchia d’olio. Kogan era l’unica persona che poteva accedere a tali dati e li ha venduti sottobanco a Cambridge Analytica, commettendo quindi una grave violazione della privacy.

Oltre all’aspetto giuridico della vicenda, ha fatto scalpore anche quello politico. Facebook fa comparire infatti sulla nostra bacheca solo quello che ci può interessare perché l’algoritmo ci conosce benissimo: conosce i nostri dati personali e i nostri gusti, e quindi va a botta sicura. L’ex direttore della ricerca di Cambridge Analytica ha dichiarato: «La società per cui lavoravo è una macchina che fornisce servizi di propaganda, quando si è in grado di controllare il flusso di informazioni si è in grado di cambiare la percezione delle cose e in questo modo si può influenzare il comportamento e le reazioni della gente».

Dopo l’apertura di questo vaso di Pandora, se c’è una cosa di cui possiamo essere certi è che i nostri dati non sono più solo nostri, ma delle piattaforme che usiamo per navigare  su internet. Il 25 maggio 2018 un nuovo Regolamento ha sostituito la precedente direttiva UE sulla protezione di detti dati. Chissà se cambierà qualcosa.

 

 

Attualità, Scrittori di classe
Lascia un commento

I commenti sono moderati. Vi chiediamo cortesemente di non postare link pubblicitari e di non fare alcun tipo di spam.

Invia commento

Twitter:

  • Il #Moltiplicazionifestival 2022 ha avuto tra i suoi protagonisti i green content creator Alice P ...
  • Nel corso del #Moltiplicazionifestival è stato proiettato il documentario “PrimAscesa – la m ...
  • Tra gli eventi di apertura del Moltiplicazioni 2022, si è tenuto un dialogo d’ispirazione ince ...
  • Vi raccontiamo in quest'approfondimento l'incontro "Siamo Ovunque. Dialoghi ed esplorazioni sul m ...
  • La nostra redazione, lo scorso fine settimana, ha seguito il #moltiplicazionifestival di Rovereto ...
  • Puntuale come ogni anno, prima della fine dell’estate, anche nel 2022 è tornato Poplar Festiva ...

domenica 28 Maggio 2023