Elezioni Studentesche 2022, parola ai candidati: Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale con Indro Furlanetto (UDU) e Raffaele Amistadi (UNITiN)

Per la nostra serie di interviste ai portavoce delle liste candidate alle Elezioni Studentesche dell’Università di Trento del 22 e 23 novembre, potete trovare di seguito un’intervista a Indro Furlanetto (I), per UDU, e Raffaele Amistadi (R), per UNITiN, in lizza per le elezioni del dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale.

Nel dipartimento è emerso un problema legato all’organizzazione degli spazi, esteso poi all’accessibilità. Dove bisogna intervenire?

I: È un tema che ci è molto caro: vogliamo includere l’intera comunità studentesca. A Sociologia ci sono bagni gender-neutral, hanno funzionato e vorremmo replicare sull’intera università. Abbiamo pensato che ci sono problemi di indicazioni per chi ha una disabilità e che servono anche nuovi locali e nuovi servizi, come il microonde, che abbiamo introdotto. È stato complesso ma vogliamo proseguire su questa strada, ottenendo anche un bollitore. L’aver ottenuto l’apertura dell’area autogestita – dove studiare, organizzare eventi – è un altro fattore molto importante.

R: Il palazzo di Sociologia è un palazzo storico e non è facile da gestire, i corsi di studio sono numerosi e gli spazi non bastano. C’è il piano interrato su cui si può lavorare in ottica futura, così come per l’aula 3 e la palestra. Sicuramente siamo a favore del mantenere una palestra a sociologia, è fondamentale che lo sport sia promosso in dipartimento. Molti Direttori sono contrari ai cambi nell’organizzazione ma con il Direttore Sciortino c’è una buona comunicazione e stiamo valutando quali modifiche apportare, come l’inserire dei tavoli per il ristoro nel piano interrato, aule studio e prese per tutte le aule. Anche gli altri piani sono meritevoli di sviluppo e possiamo dirci felici per i 3 bagni gender-neutral. C’è sicuramente un problema di accessibilità: gli ascensori sono antiquati, abbiamo poi una sola entrata per persone con disabilità motorie e numerose barriere architettoniche per chi soffre di ipovisione. Dovremmo far sì che tutti possano vivere il dipartimento in modo consono.

L’organizzazione, tra passaggi di corso poco chiari e syllabus che non riportano, sembra parlare di una componente amministrativa da stabilizzare, quali sono le priorità?

I: I passaggi di corso sono molto importanti e devono essere più chiari. Ci rendiamo conto degli ostacoli burocratici ma il processo deve essere a misura di studente. Per i syllabus c’è un problema di discrepanze tra ciò che viene proposto in presenza e a quelli che non riescono a seguire. Ci possono essere motivi di ogni genere per non essere a lezione e il problema va risolto. Siamo a disposizione per raccogliere segnalazioni e parlare con i professori coinvolti.

R: Il lavoro da fare è tanto. A maggio sono uscite le date degli esami in tempistiche folli per via di cambi dirigenziali. Entrambi i sistemi sono veramente macchinosi e ci sono professori che non si prestano a venirci incontro. Ne ho parlato con il Direttore e più di una volta ha sollecitato dei docenti. C’è un problema anche di ufficio per gli studenti DSA, alcuni prof mancano di competenze base per agevolarli. Non può stare tutto alla collaborazione degli studenti delle 150 ore.

Parlando di didattica, c’è stata una riforma lo scorso anno, c’è altro da cambiare nel breve termine?

I: C’è stato un bilanciamento con la riforma di sociologia portata avanti negli ultimi due anni, uno dei successi di cui siamo più contenti e che ha risolto problematiche evidenti già da tempo. Tra i cambi principali c’è la divisone del terzo anno introducendo nuovi percorsi che possano rispecchiare le inclinazioni degli studenti e abbiamo realizzato di alcune problematiche con Servizio Sociale, una su tutti i tirocini: se svolti fuori provincia comportano costi non indifferenti. Anche Studi Internazionali può essere migliorato, vogliamo lavorare caso per caso.

R: La didattica può essere riformata ma mancherebbero professori per gestire più corsi. Da studente di Studi Internazionali posso dirmi curioso di vedere la riforma a noi riservata. Ci sono da sistemare i crediti e cambiare gli esami per le troppe ridondanze. La didattica è sempre delicata, tocchi l’orgoglio dei docenti, ma l’importante è saper mediare, nulla è impossibile e qualsiasi proposta è ben accetta: possiamo cambiare la didattica per le nostre necessità accademiche.

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mercoledì 13 Novembre 2024