«Da una remota isola di confino una nuova idea d’Europa: gli uomini e le donne del Manifesto di Ventotene»

«Da una remota isola di confino una nuova idea d’Europa: gli uomini e le donne del Manifesto di Ventotene»: questo il titolo del primo dei sette webinar sull’Europa organizzati dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi nell’ambito del progetto “Visioni d’Europa”.

Due i relatori scelti per questo primo “viaggio”, tenutosi venerdì 11 febbraio: Silvana Boccanfuso, autrice del libro «Ursula Hirschmann. Una donna per l’Europa», ed Anthony Santilli, responsabile del Centro di ricerca e documentazione sul confino politico e la detenzione dell’isola di Ventotene.

Il primo a prendere parola è stato Santilli che, tracciando un’ideale linea del tempo, ha spiegato le motivazioni che hanno portato l’isola di Ventotene, nel corso dei secoli, ad essere utilizzata per il confino politico. A tal fine ci si è soffermati sul periodo fascista, in cui esso rappresentava una misura amministrativa: bastava infatti la decisione della commissione provinciale per allontanare una persona dalla propria residenza.

L’isola assume inoltre un’importanza specifica per un motivo: è proprio a Ventotene che Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con il supporto di Eugenio Colorni, diedero vita al noto «Manifesto di Ventotene», definito da Santilli come un esempio simbolico di come, a partire da diverse idee politiche, si possa arrivare a una sintesi costruttiva per progettare un qualcosa di unico.

Dopo un excursus sulle biografie di Spinelli e Rossi, lo storico si è soffermato proprio sulle origini del manifesto: esso venne elaborato in seguito ad una serie di riflessioni sulle forme politiche più adatte a fronteggiare vari problemi che, in quel delicato momento storico, affliggevano il continente europeo.

Secondo gli autori del manifesto l’unico modo per risolvere un problema era individuarne la causa. Nello specifico, lo Stato-nazione risultava inadeguato per la nuova Europa che si stava formando che doveva essere federale, laica e socialista.

Ha preso poi la parola Silvana Boccanfuso, per aprire un’interessante parentesi atta a evidenziare il ruolo operativo ed intellettuale delle donne nella la nascita dell’Europa: nonostante la storiografia tenda a mettere in secondo piano le figure femminili, non ci sono dubbi sul ruolo fondamentale che alcune di esse giocarono nella discussione e nella diffusione proprio del manifesto.

La scrittrice si è soffermata, a tal proposito, sulla figura di Ursula Hirschmann: persona che visse in prima persona l’esperienza di confino a Ventotene. Di lei sappiamo, dal punto di vista ideologico, che rifiutava ogni tipo di pensiero volto a costruire barriere tra gli individui: rifiutò quindi il nazismo, ed è proprio per questo che fu costretta a lasciare la Germania senza ritornarci mai più. Essa, per tutta la sua esistenza, sosterrà l’azione federalista e diventerà, assieme a Spinelli, una delle figure cardine della “battaglia federalista”.

Il prossimo appuntamento del ciclo di webinar – intitolato “La Brexit e il futuro dell’Unione europea: what’s next?” – è in programma per venerdì 25 febbraio alle ore 17:00 ed avrà come protagonista il professore in History and International Studies Mark Gilbert.

Alice Ambrosi

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venerdì 28 Marzo 2025