Arte per la pace
“Siamo qui per presentare l’unione tra cultura artistica e letteraria su un tema attualissimo come la guerra in Ucraina”, esordisce Carlo Motta, Responsabile editoriale Giorgio Mondadori, nella serata di venerdì 12 maggio presso la sala del Grand Hotel Trento. Accanto a lui, uno per lato come due angeli custodi, siedono i veri protagonisti dell’evento: lo scrittore Giuseppe Arnone e la pittrice Claudia Salvadori.
Il primo – “Un uomo con una fantasia illimitata”, così lo presenta Motta – promuove il suo ultimo libro, Sasha. Un viaggio di amore, guerra e speranza, che racconta la storia di formazione dell’omonimo protagonista, incaricato dal padre morente di portare all’attenzione di tutta Europa le atrocità peggiori perpetrate durante il conflitto ucraino. “Mentre scrivevo questo romanzo mi sono molto commosso: ho difficoltà a capire le ombre che si annidano dentro di noi. A volte arrivano persone pronte ad approfittarne e questo porta alla morte di molti e a ferite inguaribili per chi invece sopravvive. Allo scoppio del conflitto è avvenuto un esodo di sei milioni di persone verso la Polonia: mi sono immaginato che Sasha fosse una di queste. Nel corso del libro diventerà uomo vivendo la violenza della guerra sulla propria pelle”, spiega l’autore.
Il testo è corredato da sedici illustrazioni a colori, quattro delle quali acquistate con grande fatica da un’artista ucraina, mentre le altre sono state realizzate da vari artisti trentini, tra i quali figura anche la Salvadori. Pittrice di grande talento, viene presentata da Claudio Mattè, curatore della mostra L’arte per la pace – visitabile nel Palazzo della Regione fino al 28 maggio -, come un’artista della quale “colpisce la semplicità e l’intensità con cui riesce a trattare temi complessi, utilizzando un mix di pittura e materiali poveri che le consentono di giungere al perfetto grado di imperfezione”. Questa è la sua seconda esposizione personale al Palazzo della Regione. Al suo interno si compone del ciclo Be my voice, un percorso doloroso, una via crucis che rappresenta tutte le persone che non hanno possibilità di esprimersi. “Dio si fa donna e madre, migrante ed emarginato, figlio e combattente. Ho cercato di dare forma al dolore che ci circonda, ma anche di terminare con la resurrezione: la speranza e la fiducia in un mondo migliore”, racconta Salvadori.
Conclude l’incontro una commossa Stefania Shmits, Presidentessa di RASOM, associazione nata nel 2004 con lo scopo di mantenere viva la cultura ucraina nelle persone immigrate in Italia e che, con lo scoppio della guerra, è passata a occuparsi dell’invio di aiuti umanitari. “È il terzo viaggio che facciamo in Ucraina, in cui possiamo vedere la sofferenza e la sporcizia che le persone si lasciano alle spalle dopo il passaggio dei carrarmati. È sintomo di una violenza inconcepibile. Alcune di quelle città distrutte sono ora in via di ricostruzione e noi stiamo contribuendo a riedificare le case di due famiglie. Tutto questo è stato possibile anche per la generosità dei Trentini che non smetterò mai di ringraziare”.
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sabato 5 Ottobre 2024