Viaggi cosmici per tutti! O quasi… 

Baikonur (KZ). 12 aprile 1961, ore 9.07 di Mosca. Per la prima volta, un uomo – Jurij Gagarin – volò nello spazio e realizzò il desiderio di tutti gli appassionati di astronomia, affascinati dall’immensità del cosmo e curiosi di sapere che cosa c’è al di là dei confini della terra. Quasi sessant’anni dopo, la possibilità che qualcuno visiti l’universo non ci lascia più con il fiato sospeso: da quel giorno ad oggi, le missioni realizzate con astronauti a bordo sono ben più di una ventina.

Il desiderio di scoprire che cosa c’è oltre la nostra atmosfera, invece, è vivo come allora. Il motivo? Innanzitutto, la curiosità: fin dai tempi della preistoria, civiltà e singoli individui sognano di scoprire se siamo da soli o meno nello spazio. In secondo luogo, anche la necessità di sviluppare tecniche militari e ricerche scientifiche hanno contribuito allo sviluppo delle missioni spaziali.

Ebbene, sembra che oggi questo non ci basti più: se fino alla metà degli anni Novanta i viaggi cosmici erano riservati ai professionisti, successivamente alcune aziende astronautiche hanno sviluppato una nuova forma di “turismo spaziale”. È perciò possibile, per chi se lo può permettere, vivere quell’esperienza anche da cittadini privati.

Come funziona? L’organizzazione del viaggio è un tantino complessa, ma non impossibile! Può durare da tre minuti a trenta giorni. Ciò dipende dal prezzo da pagare (decisamente salato), dalla compagnia spaziale con cui si viaggia e dalla modalità di volo che si vuole intraprendere. I voli possibili sono quello parabolico, jet, suborbitale o orbitale e, da tale scelta, variano la prospettiva da cui si vede la terra e l’intensità con cui si percepisce il cambiamento gravitazionale. Inoltre, per poter partire è obbligatorio svolgere una serie di visite mediche e assicurarsi di essere adatti ad intraprendere questo viaggio, tanto insolito quanto emozionante.

Le possibili conseguenze del turismo spaziale sono tuttora oggetto di dibattito: sicuramente l’impatto ambientale delle missioni sarà notevole e ricadrà sia sul nostro pianeta che sull’intero universo. Alcuni astronauti, però, auspicano che vedere il mondo dalla prospettiva dello spazio possa mostrare alle persone la delicatezza e la fragilità del nostro pianeta, sensibilizzandole sulle problematiche ambientali. Di sicuro, se avessero ragione, la salute del nostro pianeta potrebbe avere buone possibilità di miglioramento. In ogni caso, la posta in gioco è molto alta e farsi un’opinione a riguardo è complesso e richiede delle conoscenze che questo articolo non ha la pretesa di approfondire. Pertanto, al fine di non provocare danni irreparabili, è opportuno sostenere adeguate ricerche scientifiche, tecnologiche e umanistiche. Nel frattempo, non ci resta che attendere e osservare lo spazio, dall’alto o dal basso… possibilmente nel rispetto della natura.

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giovedì 7 Novembre 2024