Un viaggio nel mondo delle emozioni: Ilaria Gaspari all’Agosto Degasperiano
“L’emozione non ha voce” afferma un famoso brano della fine degli anni ’90. Grazie all’intervento della scrittrice e filosofa Ilaria Gaspari – domenica 31 luglio a Vigolo Vattaro, nell’ambito dell’Agosto Degasperiano 2022 – abbiamo compreso che non è così. L’emozione ha una voce, anche molto forte, e il consiglio è quello di ascoltarla, per non esserne dominati ma, al contrario, sentirsi più liberi.
«Il termine “emozione” – spiega la relatrice – deriva dal francese antico e significa “oscillazione, turbamento di uno stato di quiete”. In effetti, quando proviamo un’emozione subiamo un’alterazione, sia interiore sia esteriore. L’aspetto esterno dell’emozione è ciò che ne permette la sua comunicazione e dimostra come il corpo e la mente siano strettamente legati». Un’emozione forte, infatti, presenta quasi sempre anche dei sintomi fisici: un’espressione del viso, una modifica del ritmo del respiro o del battito del cuore. Gaspari ci fa però notare che «nessuno conosce il proprio viso nel momento in cui prova spontaneamente le emozioni, di conseguenza impariamo a conoscerle solamente guardando gli altri».
Proprio nello sguardo reciproco risiede l’importanza delle emozioni per la nostra sopravvivenza. «Le emozioni ci proteggono poiché sono degli avvertimenti» afferma la scrittrice, collegandosi a un tema di cui non si parla con frequenza, ossia lo studio di esse da parte di Charles Darwin, che le riteneva fondamentali per l’evoluzione della specie. Due esempi lampanti sono la paura e il disgusto: campanelli d’allarme per pericoli imminenti. Questo tema “biologico” fondato sulla spontaneità si pone però in contrasto con l’odierna società dell’immagine in cui «le emozioni devono quasi essere addomesticate e rese fotogeniche».
L’intervento è poi proseguito verso l’approccio filosofico alle emozioni «che non sostituisce ma si affianca a quello psicologico». La filosofia «nasce essa stessa da un’emozione, ossia dalla meraviglia, dallo stupore che proviene dai fenomeni che non conosciamo e che ci fanno sorgere delle domande». Sono, infatti, molti i grandi nomi della filosofia del passato che si sono occupati di questo tema.
Spinoza, nel 600, con la sua Teoria degli affetti, trasforma la visione delle emozioni che da “passioni”, dunque «qualcosa di passivo, che attiva il corpo ma obnubila la mente e va pertanto tenuto sotto controllo», diventano appunto “affetti”, quindi delle reazioni. Inoltre, il filosofo olandese è il primo a teorizzare l’idea che le emozioni, se represse, si trasformano in tristi e negative e ci dominano.
Il tema della repressione delle emozioni, della frequente “autocensura” di esse, è un altro punto dell’intervento di Ilaria Gaspari. «Spesso le emozioni sono come dei fiumi carsici, che scorrono nascosti. È, al contrario, opportuno e, anzi, necessario ascoltarle e comprenderle poiché solo così si può essere liberi e non dominati». Per fare ciò, secondo la relatrice, è molto importante utilizzare gli strumenti offerti dall’arte, nelle sue più varie declinazioni come la poesia, il teatro e la letteratura. «È così che ci accorgiamo di quanti hanno provato le stesse emozioni prima di noi, che la vulnerabilità data da esse è comune, che non siamo soli».
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sabato 8 Febbraio 2025