UE, Balcani occidentali e Ucraina: radici nel passato e apertura al futuro
L’invasione dell’Ucraina voluta dal Presidente russo Vladimir Putin e le complesse questioni che afferiscono al processo di allargamento dell’UE ai Paesi dell’Europa orientale stanno avendo e avranno un impatto importante in molti settori di intervento della politica europea.
Nell’ambito del percorso Visioni d’Europa. Sulle tracce dei Padri fondatori dell’UE, promosso dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi in collaborazione con l’Ufficio Politiche Giovanili del Comune di Trento, è stato quindi proposto un webinar dedicato all’approfondimento di questo tema: protagonista Stefano Bianchini, professore ordinario di Storia e Politica dell’Europa Orientale presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Bologna.
Il relatore ha voluto innanzitutto chiarire che per “politica di allargamento” si intende una politica, iniziata negli anni ’60, che si è modificata nel corso del tempo e che gradualmente, nel corso degli anni, ha fatto registrare l’inclusione di più paesi all’Unione. Una specificazione: quando si parla di allargamento si fa riferimento sempre a negoziati volti ad adeguare la loro legislazione a quella dei paesi dell’UE.
È fondamentale poi sapere che, per poter entrare a far parte dell’UE, sono stati stabiliti dei criteri (i tre criteri di Copenaghen) ovvero: avere un sistema democratico, pluripartitico e rispettoso delle minoranze, un’economia di mercato sufficientemente forte da poter competere con i paesi membri e accettare tutta la legislazione precedente dell’UE, comprese le decisioni della Corte Europea.
In seguito ad un primo momento atto a chiarire questi concetti fondamentali, l’incontro è virato verso la più stringente attualità, con i ragazzi partecipanti al percorso che hanno posto molte domande al relatore, tutte volte ad approfondire i diversi livelli di complessità della drammatica guerra in Ucraina e a cercare di comprendere meglio le difficili connessioni fra ciò che ha radici nel passato, ciò che sta accadendo oggi e ciò che avverrà in futuro.
L’Ucraina – come la Moldavia e la Georgia – subito dopo lo scoppio del conflitto ha chiesto di poter entrare a far parte dell’UE ma, seppure nei riguardi dell’Ucraina l’inevitabile coinvolgimento emotivo ha portato a ipotizzare come possibile questa prospettiva, Bianchini ha posto forti dubbi sulla sua effettiva realizzazione, anche in un prossimo futuro. Il motivo? Questi tre paesi non soddisfano, neanche lontanamente, i criteri di Copenaghen.
Sono state poi prese in considerazione le “guerre di secessione” – non di certo concluse – che interessano questi paesi e che intendono ridefinire i territori, adeguando anche il sentimento di appartenenza delle popolazioni. È poi inevitabile il riferimento alle similitudini con quanto accaduto, in passato, nelle guerre balcaniche: ne emerge che, a differenza di allora, è oggi vitale tenere conto del fatto che la Russia, a differenza della Serbia, è una potenza nucleare e le conseguenze di un allargamento del conflitto potrebbero essere molto più rilevanti.
In conclusione, parallelamente ad un pensiero di speranza di risoluzione a breve termine del conflitto a cui sitiamo assistendo, c’è stato spazio per una riflessione sul fatto che fino a quando ci sarà chi continuerà a tendere alla perenne ridefinizione dei confini, l’incertezza del nostro sguardo sul futuro europeo è destinata a perdurare.
Il prossimo appuntamento della rassegna, intitolato “L’Europarlamento incontra i giovani: quali sfide spettano all’UE?” è in programma per venerdì 22 aprile alle ore 17:00 e avrà come protagonisti quattro onorevoli del Parlamento Europeo.
Matteo Bonetti Pancher
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sabato 5 Ottobre 2024