Trentino Startup Valley: il progetto Baolfly di Elena Marcolla

Il 5 maggio scorso, dopo due edizioni digitali causa pandemia, si è svolto in presenza il terzo Demo Day di Trentino Startup Valley, il programma cogestito da Trentino Sviluppo e Fondazione Hub Innovazione Trentino (HIT) che accompagna e premia le idee più innovative di giovani startupper e neoimprenditori. Tra i primi tre classificati di questa edizione c’è Elena Marcolla, agronoma trentunenne di Zambana (Trento), che si è aggiudicata un voucher di 30 mila euro da investire nella sua idea imprenditoriale, per farla crescere e favorirne così l’ingresso sul mercato.

Legata al concetto di economia circolare e forte del suo background tutto incentrato sull’agricoltura, Elena ci racconta che Baolfly, la sua start up, nasce dalla forte volontà di trovare una soluzione innovativa per contribuire concretamente a risolvere un problema che oramai non possiamo più permetterci di ignorare. «Da tempo la popolazione del mondo è in costante crescita ma il terreno disponibile per soddisfare il fabbisogno proteico di tutti, nostro e degli stessi animali che alleviamo a scopo nutrizionale, scarseggia. Siamo sempre di più e, parallelamente, la superficie disponibile per l’allevamento è sempre meno, spesso anche fagocitata dalle monoculture». Urgente è dunque la necessità di trovare fonti proteiche alternative ed è in questa direzione che si muove Baolfly. Come? Allevando l’Hermetia illucens, anche conosciuta come “mosca soldato nera”.

Baolfly, infatti, è un allevamento di insetti, al momento ancora sperimentale, che sfrutta le straordinarie proprietà delle larve di Hermetia illucens per porre in essere un virtuoso processo di economia circolare. Tutto inizia dagli scarti alimentari dell’industria agroalimentare, come ad esempio quelli provenienti dalla produzione di succhi di frutta. «Le larve di questa mosca possono essere nutrite con una grande varietà di materiale organico, quindi perché non recuperare i residui organici vegetali e utilizzarli come substrato per allevarle?». Un’idea efficace, che trasforma in preziosa risorsa quello che normalmente rappresenterebbe solo un fastidioso problema da smaltire. Le larve, infatti, si nutrono degli scarti riducendone volume e carico inquinante e, in secondo luogo, la combinazione tra i resti non consumati degli scarti e gli escrementi delle larve si trasforma in ottimo fertilizzante per l’agricoltura. Un rifiuto, che diventa cibo, che diventa fertilizzante. Ma non finisce qui.

«Le larve di questo insetto – spiega Elena – sono interessanti anche da un punto di vista nutrizionale. Grazie all’alto contenuto proteico, possono essere efficacemente impiegate per realizzare una farina di qualità da utilizzare come alternativa per creare mangimi destinati a nutrire gli animali da allevamento». Proteine sostenibili, per ora destinate agli animali ma che presto potrebbero approdare direttamente sulla nostra tavola. Infatti, l’iter legislativo per approvare il consumo della Hermetia illucens da parte dell’essere umano è in corso e presto ne sapremo di più. D’altronde, con un minor bisogno di risorse e un inferiore consumo di suolo, gli insetti rappresentano senza dubbio una risposta per far fronte in modo più sostenibile al nostro fabbisogno alimentare. Sono il futuro, un futuro che è già in parte presente, come è qui a dimostrarci Baolfly.

Ora non resta che continuare a credere nel progetto e farlo crescere, due obiettivi che rientrano senza dubbio nell’agenda di Elena. «La vittoria al Trentino Startup Valley è stata una grande soddisfazione. Il premio sicuramente aiuterà a implementare l’attuale installazione pilota dedicata alla sperimentazione e, prossimamente, a realizzare un vero e proprio impianto industriale».

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giovedì 7 Novembre 2024