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This War of Mine: il gioco in cui la guerra non è un gioco

Fin dalle loro origini, i videogiochi hanno teso ad immergere i giocatori in un contesto violento e sanguinario come la guerra. I personaggi impersonati sono tendenzialmente sempre stati soldati addestrati, armati fino ai denti e senza paura, non molto diversi dai protagonisti dei film d’azione hollywoodiani che ci divertono e intrattengono da generazioni. Chissà come reagirebbero i nostri avi o gli abitanti di paesi meno fortunati, se sapessero che noi per divertirci spariamo, facciamo saltare in aria o diamo fuoco ai nostri amici, seppur virtualmente?

Esiste, però, un videogioco in cui la guerra è tutt’altro che fonte di divertimento e ilarità: This War of Mine. Esso è ispirato all’assedio di Sarajevo e a quello di Mostar, e gli sviluppatori (11 bit studios) hanno consultato un sopravvissuto di quest’ultimo per rendere l’esperienza più realistica.

Il gioco è ambientato in una città di fantasia di nome Pogoren, i cui cittadini si trovano costretti a rifugiarsi in alloggi di fortuna dopo lo scoppio di una guerra. La partita inizia in una catapecchia mezza distrutta dai bombardamenti e occupata dal piccolo gruppo di protagonisti, i quali dovranno riassestarla per renderla quantomeno vivibile. All’inizio, infatti, mancano letti, sedie ed ogni genere di comodità. Perfino gli alimenti e le medicine sono ridotti al minimo, perciò nelle ore notturne un membro del gruppo dovrà andare in cerca di provviste, mentre gli altri dormiranno o faranno la guardia, difendendosi come potranno dagli attacchi dei malintenzionati.

A inizio partita, il giocatore può scegliere quali personaggi guidare in questo inferno, eccone alcuni:

Boris è il personaggio più forte fisicamente, e anche quello capace di portare più oggetti durante le missioni. È un comandante? Un generale? No, è un magazziniere, un uomo lento, goffo e chiassoso, nonché l’unico superstite dei bombardamenti che hanno ucciso sua moglie e suo figlio.

Emilia è un avvocato, sorella di un medico e figlia di un altro avvocato, il quale aveva insegnato loro l’importanza della stabilità economica. La chiusura delle banche, la perdita di valore della moneta e la mancanza di valuta estera hanno comunque reso Emilia povera.

Kalina è un’orfana di guerra, una bambina che ancora aspetta il ritorno dei genitori e del fratello, mentre gli altri sopravvissuti si prendono cura di lei come possono.

In questo gioco in bianco e nero non si fa riferimento alle ideologie e alle ragioni che guidano le diverse fazioni, perché ai suoi protagonisti tutto ciò non interessa. Essi tuttavia sono estremamente umani, e non si daranno pace dopo aver dovuto scegliere tra derubare degli anziani o lasciar morire di fame uno dei loro; dopo aver ucciso un uomo per non essere uccisi a loro volta o, ancora, dopo non aver prevenuto il suicidio di un compagno.

This War of Mine è un gioco crudo, ma non è nulla in confronto a quello che i veri civili devono sopportare nelle zone di guerra, quelle che fino a poco tempo prima loro chiamavano casa. Non è più questione di vivere, ma di sopravvivere. Si smette di pregare per i miracoli, si implora per il cessate il fuoco.

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martedì 6 Giugno 2023