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Salvare la montagna dai rifiuti, ecco “Trashed Dolomites”

Quando ci si immagina a passeggiare in mezzo alla natura, mai si penserebbe di ritrovarsi a camminare fra resti di cibo, bottiglie rotte e buste di plastica. L’inquinamento montano, al pari di quello dei mari, è diventato da qualche anno un vero e proprio problema. Ad accorgersi di tale fenomeno sono stati anche i fratelli bolognesi Elena e Gabriele Burgin, insieme alla fidanzata Fabiola Malinverno, frequentatori assidui delle vette italiane.

«Noi trascorriamo sulle Dolomiti due mesi interi in estate», ci racconta Gabriele: «Queste montagne sono per noi la nostra seconda casa». Una seconda casa che, purtroppo, anche a causa dei “via libera” concessi nel periodo successivo al lockdown, si è vista invasa non solo da frotte di turisti ma anche da un’intollerabile mole di rifiuti abbandonati. «Vedere tale scempio ci ha fatto decidere – fra luglio ed agosto 2020 – di organizzare con le nostre sole forze una prima data dedicata a “Trashed Dolomites”, sul Passo Sella. Abbiamo acquistato dei sacchetti al supermercato, distribuendoli ai passanti e posizionando un cartello di cartone che recitava “punto di raccolta”»: il luogo dove i visitatori avrebbero potuto depositare i propri rifiuti.

«È necessario preservare l’ecosistema e quanto la montagna ci regala, altrimenti finiremo per perdere quanto di più prezioso la natura ha da offrire», ci spiega Burgin raccontando quanto la giornata dedicata alla raccolta di rifiuti si sia rivelata un successo, così come lo è stata la loro pagina Instagram, creata anch’essa per sensibilizzare gli utenti. «Molti che ci seguivano online – ci dice – hanno iniziato ad inviarci fotografie delle loro passeggiate, mostrandoci di aver capito quanto le montagne al giorno d’oggi siano inquinate. Siccome io e mia sorella abitiamo a Milano e la mia ragazza a Lecco, abbiamo dovuto salutare le nostre Dolomiti a settembre, in vista del rientro a lavoro».

Ciò non li ha tuttavia fatti desistere e hanno deciso di mandare avanti il progetto, proponendo “Trashed Dolomites” in tutte le località montane che nei weekend sono soliti frequentare: «Abbiamo sparso la voce anche fra i nostri amici che abitano in altre regioni ed abbiamo inoltre assistito ad una notevole crescita di ‘followers’ sui canali social, vedendo sempre più ragazzi seguire il nostro esempio e trovando anche un grosso sponsor per mandare avanti la nostra campagna». Dopo la prima, sono state infatti organizzate altre «giornate della raccolta» in val di Mello, nelle piccole Dolomiti e di nuovo sulle Dolomiti in val di Fassa: «Tutti momenti riusciti alla perfezione».

Il successo più grande per i Burgin e Malinverno è stato non solo riuscire nel loro intento, ma farlo nonostante i loro impieghi abituali – che li impegnano cinque giorni su sette – ed il periodo storico attuale. Dopo lo stremante “collection tour”, che ha visto i ragazzi lavorare senza sosta durante i weekend di settembre ed ottobre sulle montagne di quattro differenti regioni italiane, ed un successivo meritato periodo di sosta, il team “Trashed Dolomites” sta ora pensando di organizzare delle «super date» per il futuro: delle giornate che aiutino a sensibilizzare davvero (ed una volta per tutte) su un tema importante ma, soprattutto, trascurato dai più.

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