Qatar 2022: tra indagini legate alla corruzione e perplessità etico/morali

La Coppa del Mondo FIFA è l’evento sportivo più seguito al mondo, persino più dei Giochi Olimpici, capace di tenere metà del nostro pianeta di fronte al televisore per un paio di settimane. La competizione principe dello “sport più bello del mondo” trova le sue radici in un’idea del francese Jules Rimet e dal 1930 – fatta eccezione per la Seconda Guerra Mondiale – va in scena ogni 4 anni, d’estate. Per la prima volta dall’ideazione del format, le partite si disputeranno d’inverno: il luogo designato è il Qatar. La motivazione è abbastanza ovvia, le temperature estive dell’emirato avrebbero reso impossibile il corretto svolgimento delle partite, sia per i giocatori che per i tifosi.

Per disputare le gare del torneo è necessario superare un girone di qualificazione e prendendo un magro esempio è abbastanza pensare alla nazionale italiana: flop contro la Macedonia, niente Qatar 2022. Il girone non è l’unico modo per accedere alla competizione, c’è la possibilità di essere la federazione calcistica organizzatrice, che porta con sé tantissimi benefici. È proprio per quei vantaggi – economici e di prestigio – che c’è chi farebbe carte false, letteralmente: l’indagine legata alla corruzione dietro la scelta del luogo designato per la prossima edizione è cominciata nel 2010.

Dopo il 2010 il calcio francese ha vissuto di una nuova linfa vitale: il denaro qatariota. Il Paris Saint Germain venne acquistato dall’emiro Al Thani, con annessi sponsor da enti pubblici qatarioti, sproporzionati. A guadagnarne fu anche la Ligue 1, i cui diritti televisivi vennero strapagati nonostante il livello calcistico molto basso. La genesi del tutto sembrerebbe essere stata una cena avvenuta in quel periodo tra Sarkozy, Platini e al Thani. L’ex presidente transalpino avrebbe duramente pressato l’ex calciatore – ai tempi presidente della UEFA – per indirizzarne la scelta.

Il Qatargate prese forma nel 2014, dopo le accuse del Sunday Times: oltre ad aver screditato con campagne mediatiche segrete gli altri paesi candidati, il Qatar avrebbe foraggiato altre federazioni per assicurarsene il voto, sbilanciando il sistema calcistico mondiale e influenzando il mercato, come nel caso della Thailandia, il cui voto sembrerebbe essere stato pagato con 2 milioni di tonnellate di gas.

Se il Qatar è innocente come dice, allora di coincidenze e casualità ce ne sono state tante, come il pagamento di diritti televisivi pari a circa 800 milioni di euro in concomitanza della – inusuale – doppia assegnazione dei mondiali 2018 e 2022, avvenuta nello stesso anno. Il primo andò alla Russia, come da copione, ma il secondo sembrerebbe aver lasciato perplesso persino Josepp Blatter, ai tempi presidente della FIFA, che solo dopo essere stato cancellato dal mondo del calcio, ha espresso la sua a riguardo dello strano cambio di rotta per la destinazione finale dei mondiali 2022, in principio pensata come del trio Stati Uniti-Canada-Messico.

La competizione ventura ha portato con sé anche altre perplessità, di stampo etico e morale. Il primo problema sorto è stato quello delle morti bianche: si stimano oltre 6 mila morti sui cantieri per la costruzione dei nuovi stadi, principalmente di lavoratori provenienti da India, Pakistan e Bangladesh; tema totalmente ignorato dalla FIFA. Altre criticità sono state riscontrate parlando di diritti civili: chi indosserà bandiere arcobaleno rischierà dai 7 agli 11 anni di carcere, perché “se vuoi mostrare il tuo punto di vista sugli LGBT+, fallo dove è accettato”. Sono poi proibiti, come da diktat del Comitato Supremo, sesso extra-matrimoniale, alcool e dimostrazioni di affetto pubbliche, a prescindere dall’orientamento sessuale. Tutto questo per “rispettare la cultura locale”, la stessa cultura – come riporta l’HRW (Human Rights Watch) – che non garantisce alle donne di vivere la propria vita in maniera indipendente da un uomo per l’arcaica pratica del tutorato maschile.

Le certezze sono poche, ma sarebbe più che lecito se la federazione italiana, orfana da 8 anni di un’apparizione sul palcoscenico più in mostra nel calcio mondiale, perlomeno tentasse un approccio esopico, come la volpe con l’uva: “noi ai mondiali non ci andiamo, ma hai visto come trattano i diritti quelli?”.

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domenica 8 Dicembre 2024