Quando le soft skills fanno la differenza
Bisogna studiare, bisogna formarsi, bisogna investire nella conoscenza – diretta o indiretta che sia – per imparare più cose possibili del settore al quale apparteniamo. Spesso però non basta. L’unicità di una persona è data dal suo bagaglio culturale, certo, dalle sue esperienze, dal percorso formativo ma anche e soprattutto dal carattere, dalle attitudini e dalle capacità innate che nessuno avrà mai uguali ad un altro.
In fase di selezione del personale, cosa può “aggiungere” un candidato per andare oltre a quelle che sono le basi per poter ottenere un lavoro? Una volta, in un colloquio sostenuto in virtù dell’insistenza della persona che mi aveva “presentata”, iniziai a raccontare di quanto fossi stanca del periodo che vivevo: dissi che stavo facendo cinque lavori – contemporaneamente – che nulla avevano a che fare con l’ambito in questione. Li elencai persino e, quando mi accorsi che forse avevo esagerato e che quella non era la sedia del mio analista, ormai mi avevano ringraziata e gentilmente congedata.
Mi richiamarono. Ottenni il lavoro. Passato del tempo, ed entrata in confidenza con la persona che aveva deciso di assumermi, mi dissero che il mio sfogo – per nulla attinente al contesto o al lavoro che avrei dovuto fare – in realtà aveva mostrato senz’ombra di dubbio una persona poliedrica, tenace e con tanta disponibilità a lavorare ed adattarsi ai vari contesti che tale lavoro avrebbe richiesto. Promossa, senza aver fatto bella mostra delle mie conoscenze.
Non intendo certo dire che basti avere tanta buona volontà pere per ottenere un lavoro d’ambito, se non si posseggono titoli, competenze e conoscenze. Ci mancherebbe altro! È però vero che, nel nostro presente, ci si aspetta spesso che lo studio della disciplina sia solamente la base da cui partire, la chiave che apre la serratura, ma non l’intero portone.
E cosa apre, allora, l’intero portone? Si potrebbe azzardare che il “grimaldello” possano essere le tanto nominate Soft Skills o competenze trasversali. Secondo il sito di una delle maggiori aziende per l’inserimento del personale, nella sezione “Come trovare lavoro”, sono elencate le tre soft skills più richieste: saper comunicare efficacemente, saper lavorare in gruppo, essere in grado di tenere testa allo stress. Forse chiunque crede di avere tali competenze – leggendole – ma attenzione poi a riportarle nel curriculum, per poi finire a tremare come una foglia in fase di selezione.
Le soft skills possono essere moltissime e in tutti i casi, purché realmente presenti, è bene inserirle in una sezione apposita del curriculum vitae: autonomia, autostima, capacità di pianificare e organizzare, capacità di leadership, ascolto e problem solving.
Perciò il consiglio da seguire potrebbe essere: mostrate chi siete realmente, oltre alle vostre competenze. Non abbiate paura di mostrare le cose che vi rendono unici: passioni, hobby, capacità, situazioni ed esperienze. Qualora fosse possibile, e rispettando naturalmente il contesto, “raccontatevi” quel tanto da trasmettere all’interlocutore la vostra unicità.
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venerdì 7 Febbraio 2025