Pressioni omologanti: indovina chi c’è in famiglia?

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Alcuni giorni fa l’Aula Kessler della Facoltà di Sociologia di Trento ha ospitato un incontro del ciclo “Indovina chi c’è in famiglia?”. Il titolo dell’evento “Dalla famiglia alla scuola: stereotipi di genere, bullismo omofobico ed educazione al pluralismo” mi ha fatto tornare alla mente una trasmissione radiofonica su Radio 3.
La trasmissione Tutta la città ne parla andata in onda il 22 dicembre scorso, prendeva spunto dalla celeberrima commedia tragicomica scritta da Eduardo De Filippo nel 1931, Natale in casa Cupiello, trattando di ciò che era avvenuto in un centro commerciale di Piacenza in cui era stato allestito un presepe con due San Giuseppe.

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«Te piace ’o presepe?» – chiedeva Luca Cupiello a quello screanzato di suo figlio Tommasino.

Un’ascoltatrice metteva in luce quello che a suo parere era il nocciolo del problema, ovverosia una sorta di pansessualizzazione scolastica forzata, condotta dalla potentissima lobby LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) al fine di stravolgere l’ordine sociale naturale.
Gli accaniti oppositori della fantomatica “ideologia gender” sottacciono totalmente l’interdisciplinarietà degli Studi di genere, nati dall’incontro del pensiero femminista, nella sua lunga e articolata elaborazione, con i postcolonial studies. La promozione di una cultura del rispetto e dell’inclusione, la prevenzione e il contrasto di ogni forma di violenza e stigma non sono tenute affatto in considerazione dalle sentinelle attente a lottare alacremente contro il “Gender Diktat”.
Fortunatamente il Ministero dell’Interno si sta dimostrando attenta in merito, istituendo un numero verde, il 43002, per fermare la diffusione del bullismo scolastico attraverso un semplice SMS. In tal modo si spera anche di evitare forme di aggressione come quelle accennate dall’esperta in educazione al genere e alle differenze, Giulia Selmi, relatrice dell’evento. La ricercatrice ha infatti raccontato che, invitata a partecipare a una tavola rotonda presso un Istituto scolastico in cui era avvenuto un grave episodio di bullismo omofobico si è scontrata con l’evidente contraddizione di ascoltare un insegnante rispondere ad alcuni ragazzi che stavano andando a giocare una partita di calcio: «mi raccomando però eh! Non fate i froci in campo!!!».
La Commissione europea ha immortalato lo stato delle cose in Italia in termini lapidari, sottolineando che nel nostro Paese il legame tra genere ed educazione non è ancora tematizzato: «In Italy gender inequality in education is not a question of concern».

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sabato 27 Luglio 2024