Natale in cinque simboli: l’incrocio tra il cristianesimo ed altre tradizioni
Pur non essendo la celebrazione più importante della religione cristiana, da sempre il Natale è la festa più sentita dell’anno da tutti coloro che, praticanti o meno, hanno un legame con questa religione. Molto probabilmente, ciò è dovuto ai molteplici simboli e decorazioni di cui si serve la nostra società per celebrare, ad hoc, la nascita di Gesù. Ecco, quindi, cinque simboli natalizi che da secoli arricchiscono questo periodo di festa, da quelli più vicini alla tradizione cristiana a quelli provenienti da tradizioni pagane.
Il Presepe
Dal latino “praesaepe” (mangiatoia), questo simbolo si rifà interamente alla religione cristiana e consiste in una rappresentazione dello scenario della nascita di Gesù. Le prime riproduzioni di questo racconto si trovano nelle catacombe romane mentre il primo presepe, così come lo conosciamo noi, risale al 1223, quando San Francesco d’Assisi ne creò uno in occasione della messa di Natale, per diffondere con più efficacia la lieta novella.
La Stella cometa
Definita nel Vangelo come “la stella di Betlemme”, quella che noi chiamiamo “cometa” rappresenta la luce che indica la via percorsa dai tre Re Magi alla ricerca di Gesù. Fu Giotto a rappresentarla come “cometa” nel 1301, quando dipinse l’affresco “La Natività” nella Cappella degli Scrovegni a Padova, dopo aver assistito personalmente al passaggio della Cometa di Halley.
L’albero di Natale
Nella cultura celtica, l’abete era una pianta che rappresentava la vita, essendo essa “sempreverde”. Come questo simbolo sia stato accolto dalla religione cristiana è incerto: fra le varie ipotesi, troviamo diversi personaggi di spicco che iniziarono ad addobbare abeti natalizi nel XVI secolo. Sembra che, con il passare del tempo, l’abete abbia assunto un doppio significato nella tradizione cristiana: il primo, associato al racconto di Adamo ed Eva, in cui diventò l’albero al centro del giardino dell’Eden, simbolo del perdono; il secondo, associato alla sua forma triangolare, che richiama il simbolo della trinità.
L’Agrifoglio
Le origini di questo simbolo risalgono alle culture celtica e romana, secondo le quali l’agrifoglio era la pianta che, più di tutte, rappresentava la protezione dagli spiriti. Fu accolto dalla religione cristiana grazie al suo aspetto: le sue foglie appuntite ricordano la corona di spine di Gesù, mentre il colore rosso delle sue bacche viene associato al suo sangue. Secondo una leggenda, l’agrifoglio divenne un simbolo natalizio quando un bambino regalò una corona di alloro a Gesù, ma se ne dispiacque subito dopo, ritendendolo un regalo indegno di un re. Gesù, vedendo piangere il bambino, trasformò le foglie dell’alloro in agrifoglio e le lacrime del bambino in bacche rosse.
I regali di Natale
La tradizione di scambiarsi i regali a Natale ha dubbie origini. Secondo alcuni studiosi, si rifà a 700 anni prima di Cristo, quando Tito Tazio, re dei Sabini, avviò la tradizione di regalare ai suoi sudditi un ramoscello d’alloro o di ulivo colto nel bosco sacro della dea Strenia ad ogni Capodanno. C’è chi ritiene, invece, che lo scambio dei regali abbia radici cristiane e che si associ ai doni dei tre Re Magi.
Naturalmente, questi non sono gli unici simboli natalizi presenti nella cultura italiana ed europea. Li abbiamo ritenuti, però, i più suggestivi perché alla base della loro notorietà ci sono la passione e il coinvolgimento emotivo di chi li ha resi iconici. Sperando che questo articolo susciti, almeno un po’, la curiosità di scoprire qualcosa di più sulle tradizioni natalizie, auguriamo a tutti buone feste!
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giovedì 7 Novembre 2024