Multitasking? No grazie
Tutto troppo sempre. Non è una definizione perfetta della quotidianità?
Tanto che espressioni come staccare la spina e non fare nulla dalla mattina alla sera sono diventate il sinonimo di vacanza. Eppure ogni volta che sento qualcuno dire “Uffa! Non vedo l’ora che arrivi il weekend, così finalmente mi riposo” non posso fare a meno di pensare che il nostro tempo libero dovrebbe significare esattamente il contrario: fare tutto! Tutto quello che non possiamo fare quando durante la settimana siamo assorbiti dal lavoro e dai doveri famigliari.
Il problema è che si è talmente stanchi di performare al mille per mille, in ogni minuto della settimana, che quando sono finiti i doveri, ma non i minuti come spesso accade, se ci rimane del tempo, semplicemente non sappiamo come usarlo. O multitasking o niente.
Fare sopra il fare, ascoltare e scrivere, guidare e telefonare, aspettare e controllare le mail, passeggiare e scrollare compulsivamente Facebook, Instagram, Tik Tok. Più le giornate sono piene, meglio si tiene il ritmo. Più si fanno cose, meno se ne perdono. E se in 10 minuti di navigazione social il mio cervello viene bombardato da più informazioni, notizie e avvenimenti di un intero anno passato sui libri all’università, non ci badiamo nemmeno. Anzi meglio. Sul curriculum vitae, in mezzo alle soft skills finemente messe in risalto, spicca il multitasking.
Ma quando è stato deciso che la capacità di lavorare in mono-tasking è un deficit? Potersi dedicare con concentrazione a risolvere unicamente un compito e portarlo effettivamente a termine, una volta era già abbastanza. Ora esistono delle app che aiutano le persone a farlo. Abituati come siamo a svolgere troppe cose contemporaneamente, poi non ne portiamo a termine nemmeno una.
Pomodoro è un’applicazione che facilita il controllo del proprio tempo in relazione al compito che si deve svolgere. Si imposta un tempo di lavoro, solitamente 30/45 minuti e un tempo di pausa, per avere delle mono sessioni produttive ben definite ed efficaci, al termine delle quali l’utente deve aver terminato ciò che ha iniziato.
“Ci sono diversi studi che ci dicono che le persone sovrastimano la propria capacità di svolgere più compiti contemporaneamente. In realtà, il cervello non è in grado di svolgere più compiti “simultaneamente”, a meno che le attività da eseguire non siano talmente automatizzate da richiedere poca attenzione” sono le parole di Andrea Gaggioli docente di Psicologia generale e coordinatore dell’Unità di ricerca in Psicologia della creatività e dell’innovazione all’Università Cattolica di Milano, riportate da Repubblica, in un articolo del 27 luglio 2021.
E se, al posto del multitasking, provassimo a vincere queste tre sfide:
- Qui e ora: cammina solo per camminare. Non fare nulla se non mettere un piede davanti all’altro e guardare la strada che stai percorrendo.
- Tieni aperta una finestra del PC. Una. Non dieci. E porta a termine ciò che devi fare dentro quella finestra. Poi chiudila e aprine un’altra. Se nel frattempo arrivano trenta mail, dedica del tempo specifico solo alla loro lettura (non tra una e cosa e l’altra).
- Fai una cosa nuova: cambia le azioni automatiche del tuo cervello, rimescola le carte, parti dall’inizio. Fai un bagno senza guardare Netflix, mangia con la tua famiglia e non accendere il cellulare, immagina qualcosa che ti piace fare e falla in un modo completamente diverso dal solito.
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martedì 21 Gennaio 2025