Mens “ottimista” in corpore sano

Foto Zayan, Unsplash
Aiuta a prevenire brutte malattie, quali ictus, infarti, infezioni, tumori e patologie croniche, irrobustisce il nostro sistema immunitario, tiene a bada le infiammazioni, mantiene sano il cuore e, in generale, ci allunga la vita. No, non parliamo di un nuovo e portentoso farmaco, né di qualche futuristico ritrovato della tecnologia sanitaria. Qui si tratta di resilienza psicologica, in altre parole di ottimismo.
Che l’ottimismo, in linea di principio, sia da preferire al pessimismo, è abbastanza intuitivo. Numerosi studi hanno da tempo evidenziato come mantenere un’attitudine psicologica che guarda con favore e fiducia realtà presente e prospettive future – il famoso “bicchiere mezzo pieno”, per dirlo con parole più semplici – abbia evidenti risvolti positivi sulla nostra salute. Chi è ottimista, infatti, è più portato a mangiare in modo equilibrato, a praticare attività motorie, a evitare vizi dannosi quali alcol o fumo, a coltivare la socialità e, in generale, ad avere una condotta di vita più sana. In sostanza, quindi, la scienza già ci confermava che l’ottimismo non va considerato benefico di per sé, ma piuttosto come una semplice – seppur preziosa – scintilla capace di stimolare determinate scelte. Sono quest’ultime, come ad esempio la decisione di fare sport o di eliminare le sigarette, a essere salutari, non l’ottimismo in sé, che pertanto ha effetti benefici solo indiretti. Ma è proprio qui, su questo punto, che si inseriscono a gamba tesa le ultime scoperte.
Un interessante e recente studio ha sottoposto circa 160.000 donne, appartenenti a gruppi etnici diversi, a un test che ne misurava il grado di ottimismo. Una volta suddivise in ottimiste e pessimiste, la salute di queste donne è stata monitorata per ben 26 anni allo scopo di esaminare il legame – non solo indiretto, ma anche e soprattutto diretto – che intercorre tra livello di ottimismo e longevità. Il risultato è sorprendente: mantenere un atteggiamento positivo nei confronti della vita giova enormemente alla nostra salute, a prescindere dalla condotta che adottiamo. Le donne ottimiste prese in esame, infatti, mostravano una longevità maggiore delle altre, con un aumento medio della durata della vita del 5,4%, e con una maggiore propensione a superare anche l’aspettativa di vita prevista per una donna che abita in un Paese sviluppato. Certo, anche in questo studio uno stile di vita più o meno sano ha inciso sui risultati, ma in una percentuale che non supera il 25%. Il resto lo fa l’ottimismo, da solo, in barba a condotta di vita, livello di istruzione, etnia o status economico, perché sostanzialmente combatte con straordinaria efficacia gli acerrimi nemici del nostro sistema immunitario e della nostra salute in genere. Chi sono? L’ansia e lo stress, noti e onnipresenti mali del nostro tempo.
Alcune ricerche sostengono che le radici dell’ottimismo affondano nella genetica e nelle esperienze della primissima infanzia (Otto Fenichel, psicoanalista austriaco, ha individuato addirittura un legame tra livello di ottimismo e durata dell’allattamento!), ma se con voi madre natura è stata avara nel dosare la spontanea tendenza ai buoni pensieri e un presente pieno di tensioni, tra guerre e pandemie, non aiuta di certo, sappiate che in ogni caso un tentativo per essere più ottimisti vale sempre la pena farlo! L’ottimismo, infatti, è in certa misura paragonabile a un muscolo e pertanto può essere allenato.
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venerdì 7 Febbraio 2025