Meglio amaro che dolcificato: i potenziali rischi degli edulcoranti

Gli edulcoranti artificiali, ormai sempre più utilizzati al posto dello zucchero per dolcificare cibi e bevande, si ritrovano in migliaia e migliaia di prodotti alimentari. Promossi in lungo e in largo come soluzione ideale per ridurre l’apporto calorico e di glucosio nell’organismo, anche per chi soffre diabete, i dolcificanti artificiali (DA) sono una presenza quotidiana nelle nostre vite. Una presenza alla quale non facciamo più molto caso, nonostante rappresentino potenzialmente un rischio sia per la salute umana che per l’ambiente.

A maggio di quest’anno, l’Organizzazione mondiale della sanità ha ritenuto di rilasciare specifiche Linee guida riguardo al consumo di queste sostanze, scoraggiandone l’utilizzo quale coadiuvante nel controllo del peso e segnalando i possibili rischi che il consumo intensivo di edulcoranti artificiali può comportare: sviluppo di diabete di tipo 2 (ebbene sì, paradossalmente), problemi cardiovascolari e, addirittura, mortalità negli adulti. Il gioco sembra non valere decisamente la candela, visto che sostituire gli zuccheri liberi con dolcificanti «non aiuta a controllare il peso a lungo termine – conferma Francesco Branca, direttore dell’OMS per la nutrizione e la sicurezza alimentare –. Le persone devono prendere in considerazione altri modi per ridurre l’assunzione di zuccheri liberi, come il consumo di alimenti con zuccheri naturali, come la frutta, o cibi e bevande non zuccherati».

La raccomandazione riguarda tutti i dolcificanti non nutritivi sintetici e naturali o modificati che non sono classificati come zuccheri – tra cui i più comuni sono acesulfame K, aspartame, advantame, ciclamati, neotame, saccarina, sucralosio, stevia e derivati ​​della stevia – e si riferisce al loro consumo in cibi e bevande, non all’interno di prodotti per l’igiene della persona che non vengono ingeriti, ad esempio il dentifricio.

Oltre agli effetti sull’organismo umano evidenziati dall’OMS, l’attenzione degli studiosi si è rivolta negli ultimi anni anche ai potenziali rischi che gli edulcoranti artificiali possono comportare sull’ambiente. Alcuni di questi dolcificanti, ad esempio il sucralosio, non vengono infatti metabolizzati dal nostro organismo, finendo direttamente nelle acque reflue e risultando immuni anche ai sistemi di trattamento delle acque. Gli edulcorati artificiali sono sostanze talmente persistenti e onnipresenti negli ecosistemi acquatici da essere considerate una nuova classe di contaminante ambientale.

Ad oggi, tuttavia, il loro impatto ambientale, il loro destino e i contributi ecotossicologici a lungo termine nelle risorse idriche rimangono ancora in gran parte sconosciuti. In attesa di ulteriori approfondimenti scientifici, fosse anche solo per la nostra salute, potrebbe essere una buona idea iniziare a far caso alla presenza degli edulcoranti nei prodotti che consumiamo e a ridurne di conseguenza l’assunzione.

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mercoledì 11 Settembre 2024