Labubu-mania: il capitalismo in formato “mostriciattolo”

Orecchie a punta, corpo paffuto e nove denti affilati a completare il design “ugly-cute” che gli conferisce un fascino tutto eccentrico: questo è Labubu, il piccolo elfo-mostro che sta conquistando il marketing internazionale e il cuore di moltissimi fan.

Ma da dove nasce e perché ha avuto tanto successo? La creatura è frutto dell’immaginazione dell’illustratore hongkonghese Kasing Lung, che nel 2015 pubblica la serie The Monsters, ispirata al folclore nordico e alle creature mitologiche dell’Asia orientale che leggeva da bambino. Il protagonista è un mostriciattolo di buon cuore, sempre pronto ad aiutare gli altri, nonostante il suo aspetto dica tutto il contrario.

Nel 2019, la casa-giocattoli cinese Pop Mart acquisisce la licenza e lancia Labubu come oggetto da collezione in formato vinyl e peluche, spesso venduto in “blind box”, scatole a sorpresa che aggiungono un elemento di curiosità e gioco. Il vero boom però arriva nel 2024, quando Lisa dei Blackpink viene fotografata con un portachiavi Labubu sulla borsa: un colpo d’immagine che scatena immediatamente la febbre da collezione. Da lì nascono code, lanci limitati, esaurimenti e un fiorente mercato secondario: Labubu è ovunque. Una vera ossessione.

E poi c’è il gossip: il Labubu sarebbe ispirato al demone mesopotamico Pazuzu, quello de L’Esorcista, con denti acuminati e occhi sporgenti portatore di energie “negative”, sebbene in alcune leggende le sue fattezze fossero interpretate in chiave apotropaica, ossia per proteggersi da sventure e maledizioni. Fonti autorevoli come Snopes confermano però che Kasing Lung non ha mai dichiarato collegamenti simili: l’ispirazione rimane nordica, e la leggenda satanica è probabilmente solo un prodotto della disinformazione virale sui social.

Svelato il mistero, resta però da capire perché Labubu sia così amato. In realtà i motivi sono molti: si parte dall’effetto sorpresa della blind box per poi passare al mix estetico “cute ma creepy” che resta facilmente impresso nella memoria. Ma forse ciò che conta di più è l’effetto celebrity e l’eco dei social: se le star lo mostrano, diventa desiderabile… anzi, indispensabile e possederlo significa “essere parte di qualcosa”, un vero status symbol.

Dietro a un pupazzetto dalle sembianze strambe si nasconde quindi un fenomeno che racconta molto del consumismo pop e della cultura da social: dal collezionismo esasperato all’effetto marketing globale. Labubu non è solo un giocattolo, ma un’icona del momento, un intreccio di folklore reinventato, tendenze planetarie e meccanismi di marketing ben oliati, e soprattutto un simbolo di capitalismo sfrenato… e senza senso.

Approfondimenti
Lascia un commento

I commenti sono moderati. Vi chiediamo cortesemente di non postare link pubblicitari e di non fare alcun tipo di spam.

Invia commento

Twitter:

domenica 16 Novembre 2025