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Il viaggio come forma di conoscenza

Una celebre riflessione di Cartesio sul tema del viaggio è stata la “musa ispiratrice” del mio soggiorno di studi all’estero a Dublino. Il filosofo francese afferma di aver abbandonato, non appena l’età gli permise di sottrarsi dalla tutela dei suoi insegnanti, lo studio delle lettere per viaggiare: «E decidendo di non andar cercando altra scienza se non quella che avrei potuto trovare in me stesso, o nel gran libro del mondo, impiegai il resto della mia giovinezza a viaggiare, a vedere coi miei occhi le corti e gli eserciti, a frequentare persone diverse per temperamento e condizione, a raccogliere esperienze diverse, a mettere alla prova me stesso nelle occasioni che la sorte mi proponeva, e, in ogni circostanza, a riflettere sulle situazioni che si presentavano in modo tale da poterne trarre profitto».

Anche dal mio punto di vista il viaggio è un’importante forma di conoscenza; solamente attraverso il viaggio è realmente possibile conoscere culture e persone diverse “per temperamento e condizione”. Sebbene non conoscessi ancora il Discorso sul metodo, quando sono partito ero già consapevole di iniziare un periodo fondamentale della mia vita che, attraverso la conoscenza, mi avrebbe profondamente trasformato.

Il paese scelto? L’Irlanda. Perché avrei avuto la possibilità di vivere la mia esperienza in una grande capitale europea: Dublino, la città degli U2 e anche di James Joyce. Ho vissuto a Bayside, un quartiere residenziale distante dal centro circa 20 minuti di treno. Una zona carina, non pericolosa, dove le case sono tutte vicine l’una all’altra e separate solo da piccoli giardini, e ben collegata con il bus e la DART, una Metropolitana di terra che unisce il centro di Dublino a tutte le piccole località della periferia: Portmarnock, Clongriffin, Malahaide, Howth, Sutton, e tante altre ancora.

Il territorio irlandese presenta una grande quantità di luoghi e paesaggi meravigliosi. Soprattutto nel sud è possibile vivere un’esperienza into the wild, vale a dire immergersi completamente nella “natura” del posto. Le Cliffs of Moher e i Ring of Kerry, le celebri scogliere a picco sul mare, sono uno straordinario esempio di quanto i luoghi e i paesaggi irlandesi possano essere belli.

Il giorno più importante per gli irlandesi è il 17 marzo, quando si festeggia San Patrizio, la festa nazionale dell’Irlanda. Proprio riguardo a questa festa, circa a metà del mio soggiorno, posso dire di essermi sentito realmente integrato alla cultura irlandese: ho festeggiato anch’io, insieme agli International Students che frequentavano la mia stessa scuola ma anche i miei compagni irlandesi. Mi sono vestito con il loro abito tipico, il suite verde, e ho partecipato al clima generale di festa e allegria, camminando per le strade del centro dove tutto era verde: si cantava e si gridava tutti insieme, si condividevano le gioie e le emozioni di una giornata particolare. A Dublino ho davvero scoperto il significato e il valore della parola “cosmopolita”.

Nel corso di un anno come questo non si impara solamente a diventare autonomi, non si approfondisce soltanto la lingua del paese ospitante, ma soprattutto si capisce veramente in cosa consiste viaggiare: immergersi completamente in un’altra cultura e il conoscere persone da tutte le parti del mondo. Si impara soprattutto ad essere open minded, ad adattarsi a diverse situazioni e a superare anche quelle più difficili.

 

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martedì 16 Aprile 2024