Il senno del mentre
Molfetta (BA), un lunedì pomeriggio.
Camminando per il lungomare tra gli ultimi raggi dell’estate, incontro mamma e figlio che passeggiano mano nella mano. Lei bionda, slanciata e dai tratti marcati. Lui bruno e riccioluto con due fari azzurri al posto degli occhi.
“Mamma, cosa è il senno di poi?”
Lei lo guarda con dolcezza.
“È la consapevolezza che nasce quando capisci il modo corretto con il quale avresti dovuto affrontare una determinata situazione solo dopo che l’hai fatta”.
Lui la guarda dubbioso.
“Ricordi l’odore di bruciato che hai sentito stamattina entrando in cucina?”
Il bimbo annuisce.
“Ecco, la mamma ha pensato bene di usare le uniche uova che erano in frigo per provare una nuova ricetta, ma non è venuta bene, ed è finito tutto nella spazzatura. Così ho pensato che forse, sarebbe stato meglio usare quelle uova per fare la torta paradiso che tanto ti piace. Ecco, questo è il senno di poi ”.
I due mi superano continuando a parlare e mi sorge il dubbio che il senno di poi sia una reale fregatura. Quello che invece sarebbe utile è un senno del prima, una sorta di libretto delle istruzioni che viene consegnato all’inizio di qualsiasi esperienza, un mezzo paragrafo che spieghi come approcciarti a una cosa che non hai mai visto prima, qualcosa che perlomeno ti metta in guardia.
Un po’come con la nuova ricetta: “Cara signora, l’avvertiamo che questa ricetta è un po’ ostica se non ha dimestichezza con i fornelli. Pertanto si consiglia di utilizzare le sei uova in altro modo”.
La verità è che le avvertenze, si sa, le creiamo con le esperienze che ci portiamo dietro, caratterizzando pensieri, emozioni e azioni.
Sono i vissuti che ci modificano e mutano l’approccio alle cose.
Signora mamma, è vero che ha dovuto buttare via le uova, ma ha messo in tasca un senno del mentre per la prossima confezione da sei.
Twitter:
sabato 7 Dicembre 2024