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Il Museo del fumo negli occhi

Inutile girarci attorno: la cultura dovrebbe essere gratuita, accessibile e democratica. Una cultura elitaria e classista è una cultura morta o destinata a morire. Ne abbiamo riflettuto di recente, proprio su queste pagine, in merito alla musica live: far spendere centinaia di euro per un biglietto d’ingresso a un concerto è ingiusto, oltre che immorale. Detto questo, c’è poi l’amara realtà dei fatti. E cioè che una cultura gratuita, accessibile e democratica presuppone un forte impulso statale, fatto di sovvenzioni e finanziamenti costanti. Com’è la situazione in Italia? Non sembra delle migliori e la raffazzonata iniziativa della “Domenica al Museo” mostra un’incompetenza e un pressapochismo di idee davvero preoccupante.

Provo a spiegarmi perché questa affermazione rischia di sembrare un controsenso rispetto a quanto scritto in precedenza. Le istituzioni culturali – musei, palazzi, chiese storiche, ecc. – dovrebbero essere gratuite, accessibili e democratiche. E dovrebbero esserlo sempre, non per sei mesi all’anno e per un solo giorno alla settimana. Altrimenti il rischio – non il rischio: la certezza – a cui si va incontro è che di domenica un museo, un palazzo o una chiesa storica risulteranno iper-affollati e molte persone saranno costrette inevitabilmente a rinunciare alla visita o a posticiparla dal mattino al pomeriggio, dal pomeriggio alla sera; persone che magari hanno fatto una trasferta per l’occasione e che si troveranno quindi i piani scompaginati. E nemmeno i fortunati che riusciranno a entrare perché magari hanno prenotato in anticipo si godranno la visita: dovranno sgomitare tra altri fortunati come loro, osservare quadri, mosaici, colonne doriche attraverso fitte selve di nuche e fare file interminabili per accedere ai bagni. Non sto naturalmente parlando del Museo della Porchetta Sciancata di Lagorammai, a cui la “Domenica al Museo” potrebbe giovare, ma dei grandi musei nazionali: gli Uffizi, la Galleria Borghese, la Reggia di Caserta e via dicendo. Istituzioni che già normalmente sono prese d’assalto dai turisti e che delle domeniche gratuite se ne fanno poco o niente.

Lo Stato – non uso volutamente il termine “governo” per non dare colorazione politica a una riflessione che vuole e deve essere apolitica – non dovrebbe piuttosto pensare a un “Infrasettimanale al Museo”, lasciando invece il weekend a pagamento? Così da incentivare il turismo anche durante la settimana? O, meglio ancora: non potrebbe escogitare un sistema di sovvenzionamento – parte statale, parte filantropico – come quello che regge i principali musei inglesi? Certo, il contributo che la Corona di Sua Maestà offre ai propri musei principali supera gli 80 milioni di sterline all’anno. Cifra astronomica, certo. Ma secondo l’unità di misura dei finanziamenti pubblici è davvero così alta? Non mi sembra proprio. La verità è che in Italia la cultura non attira. È vista come fonte di guadagno e, di conseguenza, come cassa di risparmio. Lo Stato preferisce iniziative-specchietto-per-le-allodole come quella della “Domenica al Museo” per dimostrare che sì, anche da noi la cultura si incentiva, quando in realtà l’unica cosa incentivata è il fumo negli occhi.

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giovedì 7 Dicembre 2023