Giovani e lavoro: Riccardo, quando un corso di Shiatsu ti indica la strada

Quanto è difficile trovare la propria strada! «Le persone più interessanti che conosco a vent’anni non sapevano cosa fare della loro vita e a quaranta non lo sanno ancora» è una citazione del film The Big Kahuna nella quale Riccardo Taiss si è sempre identificato: prima dei 28 anni il non avere certezze riguardo al suo futuro rappresentava per lui un problema. Laureato in sociologia, sognava una carriera nell’ambito delle risorse umane. L’ultima cosa che avrebbe potuto immaginare è che un corso Shiatsu – iniziato per caso durante un’esperienza come educatore – lo avrebbe aiutato a trovare, e ad imboccare, la sua strada.

Ma cos’è lo Shiatsu? E’ una pratica manuale manipolatoria nata in Giappone che si svolge su un futon (materasso) posto sul pavimento. Il ricevente prova su di sé pressioni leggere con la mano oppure degli stretching controllati lungo il corpo. «Lasciatemi dire però che è riduttivo definirlo così. Infatti è prima di tutto una relazione di cura e di ascolto per guidare il ricevente in un ascolto vero, sincero e privo di giudizio delle emozioni che proviamo. Quasi tutti si addormentano con il tocco, perché il sistema nervoso è il primo ad essere stimolato. E di conseguenza gli altri apparati ne beneficiano».

Riccardo ci spiega che per diventare un operatore shiatsu – oltre ai corsi professionalizzanti in cui si studia l’anatomia, la fisiologia e la medicina tradizionale –  è fondamentale l’aspetto mentale: non si deve aver paura di sè stessi e acquisire consapevolezza dei propri sentimenti negativi. È, prima di tutto, un dialogo con noi stessi fatto nel silenzio del respiro.

Da poco Riccardo ha scelto di raccogliere testimonianze dei suoi riceventi in un libro: «Ognuno ha avuto una qualche sorta di beneficio, così ho raccontato di felicità, resilienza, sensi di colpa, paura di perdersi e desiderio di ritrovarsi, disturbi fisici attenuati o addirittura risolti. “Appunti sul futon” è un libro di memorie, lo voglio sottolineare, che racconta la passione che immetto in ciò che faccio e la mia voglia di condividerlo».

Riccardo ci spiega poi come la sua formazione universitaria, che per molto tempo ha considerato inutile per la sua attività, sia stata invece importantissima: «Ho imparato ad aprire la mia mente e a pormi continuamente domande. Durante gli studi mi sono inoltre appassionato alla sfera della psicologia, che ho approfondito mediante alcuni insegnamenti opzionali. Tutto ciò mi torna ora utile anche nello Shiatsu».

A chi vuole avvicinarsi a questa pratica Riccardo consiglia di «non aver paura di sentire le proprie emozioni. Siamo esseri umani, cattivi e altruisti allo stesso tempo. Per fare shiatsu ci vuole consapevolezza del corpo, della mente e del cuore. Se essi sono in accordo si conosce la vera armonia interiore. Ed è una condizione di vera pace da coltivare ogni giorno». Il suo motto è: «Una mente disciplinata (equilibrata, calma e paziente) conduce alla felicità».

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domenica 8 Dicembre 2024