Frutta, verdura e parole in rima sul carretto del “Giovane”

Ogni paese ha i suoi angoli nascosti, le sue “curve nella memoria”, i suoi personaggi indimenticabili che, con lo scorrere del tempo, si allontanano sempre di più trasformandosi in cartoline da appendere al muro dei ricordi. Scoprirli e raccontarli è un modo per non farli allontanare troppo, affidando alle parole il compito di mantenerli in vita.

Peri e pan fin doman” oppure “La catalogna che la g’ha vergogna!”: è probabile che oggi non ci apparirebbe così famigliare il riecheggiare per le strade di un paese – Villafranca Veronese in questo caso – di espressioni come queste, proferite da un signore alla “guida” di un carro in legno colmo di frutta e verdura.

Siamo negli anni ’30 e Francesco Bresaola, detto “il Giovane”, era una presenza fissa nei vari rioni villafranchesi: era il venditore “ufficiale” di quella che, oggigiorno, definiremmo la base di una dieta green.

Abbiamo incontrato Luigi, figlio di Francesco, che ancora oggi porta avanti, nel suo negozio in via Nino Bixio, l’attività iniziata dal padre, per farci raccontare la sua storia.

«Francesco nacque nel 1906, rimase orfano di padre ed iniziò a lavorare fin da giovanissimo – da qui il soprannome (ride ndr) – per sbarcare il lunario e mantenere la sua numerosa famiglia composta dalla madre e dai suoi sei fratelli. Dapprima come “strasse e ossi”, ossia raccoglitore di stracci e ferraglie, poi come venditore porta a porta di pesce» ci racconta Luigi, che prosegue: «Ogni giorno girava per tutto il paese, partendo con il suo caratteristico carretto che, a sera, era sistematicamente vuoto: vendeva sempre tutto. Poi decise di stabilizzarsi ed aprire il negozio in cui ci troviamo ora, senza però smettere l’attività porta a porta: era la sua passione».

Al di là della sua professionalità, la caratteristica che lo contraddistingueva era la simpatia, ci racconta Luigi: «Aveva sempre la battuta pronta e creava rime simpaticissime che i clienti adoravano. Un’altro tratto caratteristico di mio padre era la passione per il tabacco da fiuto e spesso lo offriva agli amici e ai clienti».

Il Giovane era conosciuto, e apprezzato, oltre che per essere un gran lavoratore, per essere un uomo buono e sempre disponibile ad aiutare chi ne avesse bisogno e questo apprezzamento popolare lo si avvertì moltissimo quando morì, nel 1970.

Da quel momento in poi l’attività è proseguita, gestita dapprima da Luigi e successivamente dal figlio Alberto con la moglie Daniela, con l’intenzione di dare un seguito alla tradizione di famiglia e soprattutto ai valori di Francesco: «Qualche anno fa pensammo di chiudere il negozio ma, su consiglio dell’altra nostra figlia (Anna ndr), cambiammo idea e decidemmo di continuare a garantire ai nostri clienti prodotti di qualità e, soprattutto, ad un prezzo accessibile a tutti».

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martedì 14 Gennaio 2025