Francesco Guccini. Artigiano di memoria

Ci sono due tipi di persone all’interno dell’ambiente universitario: da una parte, gli studenti che aspettano il secondo o il terzo anno prima di pensare alla tesi, in modo da fare tesoro delle conoscenze acquisite grazie agli esami. Dall’altra, invece, ci sono gli psicolabili come me.

Infatti, dopo i primi due o tre esami sostenuti, mi sentivo già legittimata a immaginarmi davanti allo schermo del computer, intenta a scrivere la famigerata tesi di laurea. Non per stacanovismo però, anzi. Direi piuttosto per una sorta di ossimorica pigrizia inquieta, cioè quella pigrizia che, consapevole della propria accidia, è costantemente in ansia per paura di non raggiungere gli obiettivi preposti, perché si è mossa troppo tardi. Non a caso, il (bellissimo) verso dei Pink Floyd che recita «no one told you when to run, you missed the starting gun» è sempre stato uno dei miei peggiori incubi.

Insomma, ho trascorso tre anni di università tremendi, sempre a scervellarmi su quale fosse l’argomento giusto per la mia prova finale. Inutile specificare che non è servito a molto, se non a valutare e a scartare mille ipotesi diverse.

C’è un detto secondo il quale l’autobus arriva proprio nel momento in cui smetti di aspettarlo: ecco, l’argomento giusto per me è arrivato così, come un lampo a ciel sereno.

Il 27 Gennaio ero a una conferenza in occasione del Giorno della Memoria. Fu in quel contesto che mi resi davvero conto di quanto sia importante la Memoria, la Memoria con la maiuscola, non quella che “sì, le tabelline le so a memoria”.

Quello doveva essere per forza il punto di partenza, non avevo più dubbi a riguardo. Considerando che mi dovevo laureare in Beni Culturali (carriera musicale e dello spettacolo), non restava che trovare un argomento-ponte che unisse Musica e Memoria.

Per fortuna, non molto tempo dopo quell’incontro, i miei genitori mi mostrarono due diapositive scattate da loro a un concerto di tanti anni fa. E in quelle diapositive trovai il mio ponte. Rispondeva al nome di Francesco Guccini.

Chi meglio di Guccini – quanto meno nel panorama italiano – ha affrontato il tema della Memoria, e da così tante prospettive diverse? Se Auschwitz si rifà a una Memoria storica, Radici parla di una Memoria molto più personale, del ricordo dei propri avi. Se Stagioni dà voce alla Memoria di una generazione, Black-out rievoca un ricordo di paese. E così via. Per non parlare della sua attività letteraria.

Insomma, lo scopo della mia tesi (che ho poi intitolato “Francesco Guccini. Artigiano di memoria”) era sia analizzare il concetto di Memoria, che trovo fondamentale nella vita in senso lato, sia omaggiare uno dei più grandi artigiani di memoria che il nostro paese e la Musica tutta abbiano mai avuto. Come direbbe il Maestrone: «Cantare il tempo andato sarà il mio tema, perché negli anni uguale sempre è il problema».

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domenica 8 Dicembre 2024