“Ditelo con i fiori”: purezza e resilienza, ecco il fior di loto
Non solo in India ma anche in Vietnam, Cambogia, Sri Lanka ed altri stati del sud est asiatico il Nelumbo, meglio conosciuto come fiore di loto, ha una valenza particolare nella cultura nazionale. Basti pensare che in Vietnam e Tailandia questa pianta acquatica viene celebrata con l’annuale “rito della raccolta”, un evento che si dipana da maggio a settembre – suo periodo di fioritura – e che coinvolge l’intera popolazione che giunge a frotte sulle rive di laghi e stagni per poter osservare i raccoglitori all’opera.
Un fiore dal leggero profumo di anice e che da secoli viene utilizzato come ingrediente nella cucina tradizionale, nella medicina popolare asiatica e ovviamente, data la sua delicata bellezza, come elemento decorativo.
Appartenente alla famiglia delle Nelumbonaceae, è caratterizzato solamente da due varietà: il Nelumbo Nucifera, originario dell’Asia e dell’Australia e detto anche Loto Indiano, e il Nelumbo Lutea, diffuso precipuamente in America centro meridionale.
Gli stagni di loto rinascono con l’arrivo della bella stagione. Gli specchi d’acqua si riempiono di migliaia di grandi foglie verde brillante che sorreggono uno stelo da cui sboccia un grande fiore dai petali allungati e dalle tonalità di colore che vanno dal bianco al rosa, dal giallo al rosso.
Il Nelumbo, sin dall’antichità, è considerato sacro in religioni quali l’Induismo o il Buddismo, ma non solo. Anche in alcune culture mediterranee, ad esempio quella greco antica o egizia, è un fiore associato al tema spirituale della rinascita o della fertilità. Per gli egizi il loto (chiamato seshen) viene correlato al culto di Ra, dio del sole, motivo per cui lo si trova frequentemente rappresentato in arte e architettura. Secondo una leggenda asiatica, quando il giovane Buddha cominciò a muovere i primi passi, in tutti i luoghi da esso calpestati sbocciavano dei meravigliosi fiori di loto.
Il seme di questa pianta non germoglia nella terra, bensì si deposita nei fondali paludosi degli specchi d’acqua. È un nocciolo coriaceo ricoperto di una scorza spessa, apparentemente impenetrabile e che ha bisogno di essere scalfita. Per questo si radica in questo tipo di terreno: i residui trascinati dalla fanghiglia provocano trafitture simili a ferite nel seme e gli permettono di germogliare. Nonostante l’ambiente ostile, il seme riesce a produrre uno splendido fiore che, proprio per questa peculiarità, è stato assunto come simbolo della purezza del corpo e della mente. Esso rappresenta anche la resilienza e, per la sua caratteristica di aprire la corolla di giorno e richiuderla di notte, da molti viene interpretato come simbolo di rigenerazione e nuova vita.
In conclusione, prendendo in prestito le parole dello scrittore newyorkese Henry Miller, “siamo tutti parte della creazione. Siamo tutti dei re, dei poeti, dei musicisti e non resta che aprirsi come un loto per scoprire cosa si nasconde dentro di noi”.
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domenica 16 Febbraio 2025