Come ci si prepara a un discorso pubblico (Parte I)
A molti sarà già capitato di dover esporre qualcosa in pubblico: una relazione, un progetto, un intervento. E aver pensato: «Non voglio fare brutta figura!».
Innanzitutto sfatiamo il mito del discorso improvvisato: tutti gli interventi vanno preparati con cura e attenzione. Ricordiamoci che attraverso le parole e la fisicità, trasmetteremo agli ascoltatori un’impressione con la quale valuteranno il nostro intervento in modo positivo, negativo, o incerto. Per far sì che il giudizio sia favorevole, dobbiamo aver ben presente qual è il concetto che vogliamo trasmettere.
Ora bando alle ciance e vediamo insieme quali sono le domande da porsi per non fare brutta figura in pubblico:
1. «A chi ci rivolgiamo?».
Focalizzare la nostra attenzione su chi ci ascolterà è il primo passo per parlare in modo appropriato, perché ci consentirà di scegliere il tipo di linguaggio da usare: settoriale, formale, informale, scientifico, misto. Per scrivere un qualsiasi tipo di discorso, infatti, dobbiamo tenere ben presente il pubblico cui esso è rivolto: esperti del settore, studenti, uomini d’affari, bambini, ecc.
Ad esempio, se parleremo di public speaking rivolgendoci a un avvocato o a un politico, utilizzeremo un tipo di linguaggio più forbito e aulico, daremo del Lei al nostro interlocutore e opteremo per gestualità e movimenti più contenuti; al contrario, se il nostro uditorio è costituito da ragazzi che seguono il corso per migliorare le loro prestazioni, faremo uso di parole più colloquiali, ci lasceremo scappare qualche battuta in più, e ci sposteremo per la stanza con più scioltezza e disinvoltura.
2. «Che cosa voglio dire?».
A questo punto è fondamentale stabilire quella che viene definita una “scaletta” delle cose da dire, ovvero cosa espongo per primo, cosa per secondo, ecc.
Elaborato l’ordine di esposizione degli argomenti, dobbiamo riuscire a “temporizzare”, ossia stabilire quanto tempo è giusto dedicare a ciascun punto. Questo è forse il momento più difficile per chi è solito divagare e aprire parentesi. Certo, si può raccontare qualche aneddoto, ma questi non devono farci deviare dal focus del nostro discorso.
3. «Come mantenere la calma?».
Eccolo, è arrivato il momento fatale: è l’ora di parlare di fronte a un gruppo di persone più o meno numeroso. Se studieremo bene il nostro intervento, saremo sicuri, decisi ed eviteremo inefficaci balbettamenti. Redatto il discorso e temporizzati i vari punti, non ci resta che esporli rimanendo fedeli al “copione”. Riusciremo così a mantenere la calma e la sicurezza necessarie per non fare brutta figura!
Per essere più tranquilli, potremo ricorrere a degli appunti da tenere sottomano e sui quali sbirciare in caso di bisogno.
Un aiutino può venire anche dallo studio a memoria dei primi 3-4 minuti del nostro discorso: è questo il tempo necessario al nostro corpo per scaricare l’adrenalina e superare l’ansia.
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mercoledì 12 Febbraio 2025