FDS 2025, Roberto Mancini: “Il colpo di tacco non si pensa, si fa”
Roberto Mancini accende i riflettori anche fuori dagli stadi. Ospite al Teatro Sociale apre la chiacchierata ricordando una delle sue specialità: il colpo di tacco. “Il mio gol contro il Parma venne istintivo. Il merito fu di Sinisa, perché metteva dei calci d’angolo non male, bastava solo toccare la palla. Io misi solo il piede e comunque il colpo di tacco non si pensa, si fa”.
Il racconto scivola poi sui quindici anni trascorsi con la maglia della Sampdoria, un treno che portò a quello storico scudetto del 1991: “Oggi non succede più di restare così a lungo in un club. Il problema è che non ci sono quasi più italiani nelle squadre. A Genova si era creata una chimica speciale, c’erano figure come Paolo Mantovani e Paolo Borea. Vederla in questa situazione mi fa soffrire. La mia carriera da allenatore finirà alla Samp!”. Dal passato blucerchiato al trionfo inglese con l’indimenticabile Premier League vinta con il Manchester City nel 2012. “Dopo 44 anni, una stagione incredibile, contro QPR stavo per morire. Recuperammo otto punti allo United, che in quegli anni era devastante”. Un’impresa che consegnò Mancini alla storia del calcio internazionale. Il segreto, racconta lui stesso, sta nella capacità di leggere i calciatori prima degli altri: “Ho visto Zidane e Ronaldo prima che li conoscessero tutti. Balotelli poteva diventare uno dei più grandi attaccanti di questi tempi, per qualità tecniche e fisiche. Ha vinto molto, ma avrebbe potuto fare di più”. Il tono si fa più intimo quando il pensiero corre agli amici scomparsi: Vialli, Mihajlovic, Eriksson. “Non è facile. Pensi che Luca sia ancora a Londra, Sinisa a Roma, Eriksson a casa sua. Ti dici che avresti potuto stargli più vicino. Io non credo di avere dentro nemmeno metà della forza che hanno avuto loro”. Infine, la Nazionale: “L’Europeo vinto resta la cosa più bella, abbiamo fatto l’impensabile. Trentasette partite senza perdere: un record storico. Dopo l’esonero di Spalletti ho sperato in una chiamata, lo ammetto. Ho sbagliato ad lasciare in quel modo, ci sono state incomprensioni con Gravina che forse sarebbe stato meglio chiarire subito”.
Applausi, nostalgia e la domanda che resta sospesa: quando rivedremo Roberto Mancini in panchina?
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mercoledì 29 Ottobre 2025