FDS 2025, David Trezeguet: “Per me il calcio è festa della gente”

David Trezeguet è ancora in forma smagliante. Il fuoriclasse francese ha raccontato seduto sulla poltrona dell’Auditorium Santa Chiara di Trento alcuni dei suoi momenti più significativi con la maglia della Juventus: “Quando arrivi alla Juve sei felice, quando te ne vai piangi. La Champions persa nel 2003 il rammarico più grande, il Milan era meno pronto di noi”.

L’ex punta di diamante bianconera rappresenta il passato vincente del club ed è al tempo stesso il calciatore straniero che ha segnato più reti nella storia della Vecchia Signora con cui ha scelto di retrocedere in Serie B durante il caos Calciopoli: “Avevo un debito di riconoscenza con il club per il contratto rinnovato nel 2004 e poi andare in trasferta in B era una festa ad ogni partita. Il popolo della Juve ci è stato vicino”.Trezegol ha soltanto dopo aperto lo scrigno di ricordi personali. Buenos Aires, i primi calci in strada, il rigore materno: “Mia madre pretendeva i buoni voti, altrimenti niente calcio”. Poi il salto in Europa, al Monaco, dove l’incontro con Jean Tigana fu decisivo: “È stato più di un allenatore, mi ha formato per il calcio europeo. Henry era un esempio, Marco Simone un compagno con cui ci completavamo. Ma alla fine conta il gol, che è il senso del gioco”. Un talento precoce che ha conosciuto subito la gloria con la Francia vincendo il Mondiale 1998 e l’Europeo 2000 con il celebre golden goal contro l’Italia. “Per me quei successi arrivarono all’inizio della carriera, a differenza di tanti che vincono con l’esperienza. Il vero peccato è non aver giocato un Mondiale in più. E quando firmai con la Juve non fu facile: ero quello che aveva fatto piangere gli azzurri”. Il viaggio continua fino al 2010, l’addio a Torino e le nuove sfide tra Spagna, Emirati e Argentina. Non senza un filo di nostalgia: “Per me il calcio è festa della gente, negli Emirati non era così. Mi mancava il calore, la passione vera”. Il sipario non cala senza l’aneddoto sull’amico ed ex compagno, Mauro Camoranesi: “Di recente mi invita a una grigliata a Buenos Aires. Dice che è solo per i bambini. Dopo aver mangiato tira fuori una torta. Io gli dico che non mangio dolci. Allora insiste: ‘Ma è il mio compleanno!’. E io a ridere: perché non me lo hai detto subito? Era matto allora e lo è rimasto”.

Applausi, cori da stadio, bandiere immaginarie e nessuno che vorrebbe vederlo andare via, perché Trezeguet, in fondo, è rimasto quello di sempre. L’uomo del gol, il campione che ha fatto innamorare una generazione di tifosi.

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mercoledì 29 Ottobre 2025