Un libro può fare la differenza?

Mercoledì 23 aprile è la data scelta per celebrare i libri. I libri, un bene prezioso che andrebbe sempre custodito con cura, ma se la nostra società ci costringesse a bruciarli?

Provate ad immaginare un mondo in cui possedere libri sia un reato. Il libro è da sempre un simbolo che indica cultura, sapere, saggezza. Potremmo dire simbolo del potere della mente. La nostra capacità di leggere, di capire i segni grafici e attribuirgli un significato è parte del nostro processo di evoluzione, un qualcosa che al pari della parola, il logos, ci distingue dagli animali.

Fahrenheit 451 di Ray Bradbury è un libro che parla di libri. È ambientato in un futuro non definito in cui i libri sono proibiti ed è stato istituito un corpo speciale che ha la mansione di accendere fuochi e far grandi roghi di testi ormai inutili secondo quella società, anzi dannosi alla salute dell’uomo. Un mondo alla rovescia in cui i pompieri non spengono incendi ma li appiccano. È proprio un milite del fuoco il protagonista. Guy Montag, una persona perfettamente manipolata e convinta di ciò che faceva finché non incontra un’insolita vicina di casa. Questa ragazza non va a scuola, passa le sue giornate a scrutare ogni minimo dettaglio di ciò che la circonda. È diversa perché si chiede il “perché” delle cose non il “come”. Sembra non avere una mente manipolata e questo spaventa la società. Quest’adolescente contagerà la sua stranezza anche a Montag che inizierà a farsi domande sul suo lavoro.

Perché un oggetto così insignificante come un libro potrebbe essere una minaccia? Montag non ha mai letto un libro in vita sua. Aprirà gli occhi e si renderà conto di quanto assurda sia la società in cui vive, di quanto la sua stessa moglie ne sia assorbita inconsciamente. L’apice dei dubbi del protagonista arriverà quando durante l’ennesima chiamata di allarme per aver scovato una casa colma di libri la proprietaria decide di morire bruciata con la sua biblioteca. Rimane profondamente impressionato da quel gesto e mai come in questo caso è giusto dire che “arde” di curiosità, vorrebbe scoprire cosa contengono i libri e perché siano così pericolosi. Nel corso degli anni anche lui aveva commesso i suoi piccoli reati. Era come se le sue mani compiessero quelle azioni inconsciamente, come se non fossero comandate dal suo cervello. Aveva rubato una discreta quantità di libri dalle case che aveva bruciato e li aveva nascosti a casa sua all’insaputa della moglie. Ed anche la notte in cui quella vecchia morì ne aveva rubato uno.

Il giorno dopo si dette malato al lavoro. Il capo dei militi del fuoco andò di persona a casa sua perché sospettava già qualcosa. Cerca di convincerlo con un discorso logico, spingendolo a pensare che un libro è un’arma che ci rende differenti l’uno dall’altro, un principio che va contro quella società che vuole il controllo delle menti del suo popolo. Il discorso che quest’uomo fa è estremamente vero e disturbante.

Non è che ognuno nasca libero e uguale, come dice la Costituzione, ma ognuno vien fatto uguale. Ogni essere umano a immagine e somiglianza di ogni altro; dopo di che tutti sono felici, perché non ci sono montagne russe che ci scoraggino con la loro altezza da superare, non montagne sullo sfondo delle quali si debba misurare la nostra statura! Ecco perché un libro è un fucile carico, nella casa del tuo vicino. Diamolo alle fiamme! Rendiamo inutile l’arma. Castriamo la mente dell’uomo. Chi sa chi potrebbe essere il bersaglio dell’uomo istruito?

Parole che fanno venire i brividi ma rendono bene la potenza di un libro.

Jorge Mendez Blake, artista messicano, realizzò un’installazione artistica nel 2007 che ci fa capire questo discorso visivamente. È un’opera estremamente semplice quanto esplicativa: si compone di mattoni a secco semplicemente appoggiati l’uno sull’altro ma c’è un elemento che crea una discontinuità in quello che appare come un semplice muro. Al centro sotto i mattoni c’è un libro, precisamente Il Castello di Kafka, in traduzione spagnola. L’opera era stata chiamata dall’autore “El Castillo”, dal nome del libro che la compone ma è stata ribattezzata “L’impatto di un libro” dopo che è diventata virale sui social. Simboleggia i muri che l’uomo è in grado di edificare e che un singolo libro potrebbe far barcollare e distruggere. Il capolavoro di Kafka diventa una parte per il tutto.Quel piccolo rialzamento del muro in corrispondenza del libro segnano il cambiamento che una lettura può provocare. La forza delle parole, delle idee che i libri trasmettono è la base di una sana convivenza civile che solo la letteratura può dare.

Ray Bradbury e Jorge Mendez Blake con le loro opere c’entrano il punto e ci dicono che un’operazione ormai antica e banale come leggere libri è vitale per la società. Leggerli però non basta, serve anche una buona capacità di elaborazione di ciò che quelle frasi vogliono dire, serve spirito critico. Una grande biblioteca posseduta da una persona che non ha queste due qualità è inutile. Alla fine del romanzo di Bradbury Montag incontra letteralmente dei libri umani. Sono persone che vivono come eremiti che hanno imparato libri a memoria per tramandarli ai posteri. Ogni persona diventa importante per la sua mente e ciò che custodisce. La memoria è la base della nuova società che vorrebbero costruire. L’essere umano si fa libro, si fa sapere, capace di abbattere muri (come quello dell’installazione) e pregiudizi. La letteratura non è il vanto di un intellettuale ma è cosa necessaria per la società.

Cultura
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mercoledì 30 Aprile 2025