“Patagonia” di Simone Bozzelli, la recensione

Esordio alla regia, presentato in anteprima al festival di Locarno nel 2023 e in nomination  come miglior soggetto ai Nastri d’Argento dello stesso anno. Un film che parla non solo di formazione e libertà, ma anche di consapevolezza, rivelandosi a tutti gli effetti un’accurata indagine sui legami personali.

La pellicola si apre con l’incontro casuale di due ragazzi completamente diversi che, tuttavia, condividono il medesimo senso di smarrimento. Da una parte Yuri, un ragazzo cresciuto ancora come un bambino, un qualcosa di fragile a cui si deve far attenzione; poi Agostino, spirito libero che gira l’Italia in camper, vivendo secondo le proprie regole. Dopo l’incontro in Yuri scatta qualcosa, un desiderio irrefrenabile di liberarsi dalle catene famigliari e librarsi nei cieli sconfinati come quel ragazzo appena conosciuto. Così decide di scappare. Seguire la libertà vista in Agostino. Si aprono così le porte ad una realtà del tutto nuova, fatta di sogno e possibilità. Un mondo libero e distante, dove Yuri è non più mera comparsa nella vita famigliare, ma finalmente protagonista. Tra i due si viene così a sviluppare  un nuovo tipo di rapporto, concatenato dalla voglia di fuga e liberazione che tuttavia, sfocia in un allucinazione di controllo e prigionia: “E poi quando ti ho conosciuto non eri così libero […] Sapere… chi sei, cosa vuoi… cosa ti piace… — A me piace perché piace a te —”. Questa frase, così banale e sincera nel momento, porterà pian piano alla luce la vera natura di quell’idillio smascherandone l’illusione e mostrando una cruda realtà delineata da potere e controllo: “Perché? Tu che parli tanto di libertà e poi sei il primo che mi dice che cosa devo fare”. Una storia che parla di luoghi e non luoghi, ma sopratutto sentimenti e della libertà che contraddistingue (con tutte le possibilità e anche tutti gli errori) gli anni della giovinezza. Una narrazione che prende vita attraverso una dura gentilezza della lingua, ambivalente quanto il rapporto stesso dei protagonisti e dal conflitto interiore di chi viene disilluso dalle proprie certezze e speranze.

Una pellicola che si propone di sondare il mondo delle sensazioni che nascono in un rapporto, della loro evoluzione e della loro fine. Una ricerca sui meccanismi insiti nella mente. Un film essenziale, al cui centro si trovano le abilità attoriali dei giovani interpreti e la potenza stessa della visione del regista che scava nelle sensazioni e nei legami umani.

Cultura
Lascia un commento

I commenti sono moderati. Vi chiediamo cortesemente di non postare link pubblicitari e di non fare alcun tipo di spam.

Invia commento

Twitter:

venerdì 13 Giugno 2025