“Paradiso” di Michele Masneri, la recensione

Opera pubblicata da Adelphi nel 2024 e proposta dagli “Amici della Domenica” al Premio Strega 2025. Questo libro lo si può leggere in svariati modi, con diverse intenzioni, ma quello che più colpisce è il suo messaggio, profondo e necessario. Un’intenzione consapevolmente carica di speranza per lo smarrimento di chi si è perso e poi ritrovato.

Tutto comincia con la presentazione del protagonista, un ragazzo che come tanti è lontano da casa per poter seguire il sogno di un lavoro precario. Un giovane che racchiude nella sua figura la gioventù stessa: “Il contrasto tra il suo procedere incerto e la vita che gli scorre attorno non può essere più clamoroso”. Il libro prende l’avvio con la richiesta di un viaggio a Roma per poter scrivere un articolo importante, l’intervista capace si risollevare la rivista per cui lavora, ma anche la sua stessa carriera ancora non cominciata. Federico Desideri prende dunque l’occasione e abbandona la nebbiosa Milano per il sole della capitale. Qui viene catapultato in un mondo dentro al mondo: un frenetico e caotico susseguirsi di incontri ed eventi fuori dal comune, ma mai quanto le persone che incontra… Una raccolta eclettica di umanità: personaggi illustri, nobili e allo stesso tempo improbabili e fuori dal tempo. Qui il protagonista viene immerso in un universo completamente nuovo e destabilizzante dove: “I discorsi si accavallano freneticamente, con continui scambi di battute in cui nessuno ascolta davvero nessuno […] Le parole, aerodinamiche e levigate dall’uso troppo frequente, decollano”. L’autore tratta della futilità moderna come antidoto alla decadenza, della sua immancabile malinconia. Il suo protagonista è l’occhio del lettore che pagina dopo pagina si abitua a quel paesaggio che è anche luogo interiore… un eterno ritorno alla stagnazione del vivere in un mondo in perpetuo movimento: “Ah, la dolce vita… che non è mai esistita, lo sanno tutti. E sono sempre loro, gli stessi, a raccontarsela, una specie di cast fisso tra le rovine, tra inaugurazioni e caligini… tutti a invecchiare insieme ai monumenti”.

Una presa di coscienza sul mondo, sulle persone che lo abitano, è questo che l’autore registra con le sue parole. Un saggio sull’umanità descritta accuratamente tramite la metafora del Paradiso, il luogo dove Federico viene portato e che scoprirà giorno dopo giorno, conoscendolo sempre meglio e conoscendo così anche sé stesso.

Cultura
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domenica 8 Giugno 2025