De Andrè canta De Andrè, tutte le emozioni del concerto in città

Foto Facebook Cristiano De Andrè
La prima tappa sarda di Cristiano De André col suo tour estivo “De André canta De André” inizia da Alghero all’Anfiteatro Ivan Graziani, per poi proseguire a Riola Sardo (OR) e Lanusei (NU). Il 31 luglio si è esibito per il pubblico algherese, dimostrando ancora una volta il suo talento da impeccabile musicista. Non è la prima volta per lui su quel palco: già nel 2009 si era esibito in quello stesso luogo cantando le canzoni del padre. Avere un cognome così importante è una benedizione e una maledizione allo stesso tempo: da una parte hai la fortuna di crescere immerso in quel mondo e se quel mondo ti piace, la strada è un po’ più agevole rispetto a quella di un figlio di nessuno, dall’altra il confronto non sarà mai all’altezza, il paragone è automatico.
La somiglianza fisica e musicale, inoltre, è impressionante: sembra di sentir cantare Fabrizio De André per la postura che Cristiano assume quando imbraccia la chitarra, per come canta, la voce e il modo di parlare. Avrebbe voluto che il figlio facesse il veterinario, ma si arrese e lo iscrisse al conservatorio Paganini di Genova.
Nel corso del concerto Cristiano si è fermato spesso a parlare col pubblico raccontando aneddoti dei tour, calibrando bene queste pause ai momenti musicali: di frequente ai concerti di Fabrizio capitava che ci fossero persone che manifestavano per il lavoro precario o per altri disagi, specialmente negli anni ’70. Il cantautore era sempre molto disponibile, dialogava con loro, a volte li faceva persino salire sul palco. Capitava, per questo motivo, che i concerti durassero più del normale. Cristiano, appassionato di musica fin da piccolo, cercava di seguire il padre nei suoi tour il più possibile e una volta si trovava nella postazione del mixer, alla fine di una canzone Cristiano fischiò e si nascose sotto il mixer. Fabrizio si fermò e iniziò a dire che chiunque avesse fischiato aveva ragione e attaccò una filippica di venti minuti contro ignoti. Per paura non disse mai al padre che era stato lui a fischiare.
Ci sono alcune costanti che uniscono le canzoni di De André e sono: coerenza, ansia di giustizia e il perenne schieramento dalla parte degli ultimi. Era convinto che il mondo sarebbe stato salvato dall’amore e non dal potere, perché “non ci sono poteri buoni” come ha scritto nella canzone Nella mia ora di libertà. Cristiano racconta che durante l’ultimo tour, quello in cui lui stesso suonò vari strumenti, vide il padre amareggiato perché aveva capito che le sue canzoni non sarebbero servite a niente. La musica non cambia il mondo ma può essere un mezzo per risvegliare le coscienze. È ciò che ha cercato di fare anche Cristiano, invitando il pubblico a fare un minuto di silenzio per il genocidio in Palestina e mostrando successivamente la bandiera.
Cristiano De André ha regalato due ore e venti di musica vera, autentica, lontano da Auto-Tune e artifici che coprono il reale suono degli strumenti. Polistrumentista eccezionale, ha suonato violino, pianoforte e chitarra. Nel tempo ha riarrangiato le canzoni del padre dandogli una spinta più rock ma mantenendo comunque le melodie originali.
A 26 anni dalla scomparsa di Fabrizio De André, Cristiano porta ancora la sua musica in giro per l’Italia, omaggiando e ricordando uno dei più grandi cantautori che il nostro paese abbia conosciuto.
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giovedì 4 Dicembre 2025