Frankenstein (2025), la recensione del film di Guillermo del Toro
Una nuova versione cinematografica del romanzo gotico di Mary Shelley prodotta da Netflix nel 2025 e secondo la visione del regista premio Oscar: Guillermo del Toro. Un film appassionato e incredibilmente umano, persino sensibile grazie alla straordinaria interpretazione di Jacob Elordi.
La trama tuttavia, nella versione del regista, si discosta da quella dell’opera della scrittrice inglese, andando a presentare, per prima, la versione degli avvenimenti che hanno portato il dottor Viktor Frankenstein a bordo di una nave in spedizione nell’Artico. Questa prima parte vede la crescita del futuro medico e scienziato; un’infanzia scandita dal dolore per la perdita della madre e dai duri insegnamenti del padre, anch’egli medico. Fino al raggiungimento del suo obiettivo, ovvero vincere la morte: “Ora, la nascita non dipende da noi, giusto? Il concepimento, quella scintilla, l’animarsi del pensiero e dell’anima, quello è nelle mani di Dio. Dio… Ma la morte… Ah è là che risiede la sfida”. Successivamente, la pellicola si sposta sul punto di vista della creatura, andando a scavare nelle profondità umane e, in generale, del pathos narrativo. Infatti, la figura che viene presentata in questo adattamento cinematografico, non è un mostro, ma un essere che prova dolore, emozioni e soprattutto sentimenti. La storia della presa di coscienza del sé e del suo ruolo nel mondo: “Un’idea. Un sentimento mi divennero chiari, il cacciatore non odiava il lupo e il lupo non odiava la pecora. Nella violenza tra loro sembrava inevitabile, forse pensai era così che andava il mondo. Vieni cacciato e ucciso, solo perché sei quello che sei”. Un mondo brutale e inavvicinabile, se non per pochi fugaci istanti. Il suo essere sembra non poter trovare pace, portandolo al dolore estremo: “Tu mi hai dato una vita che non volevo. Te la puoi riprendere. Tu mi hai pensato come un mostro. Ora ti restituisco il favore […] ti farò sanguinare. Ti costringerò ad umiliarti. Tu puoi essere il mio creatore, ma da questo giorno in avanti, io sarò il tuo padrone”.
La storia di un essere vivente non accettato, scacciato e continuamente braccato, che vuole solo trovare pace: “Mi hai inseguito oltre le foreste, oltre le montagne, oltre gli orizzonti gelati, finché non è rimasto più niente. Solo tu e io”. Un’intima, quanto commovente, storia non di un mostro, bensì di una nuova persona.
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giovedì 25 Dicembre 2025