Anora, una fiaba leggera vestita di cruda realtà

Sean Baker ha ottenuto, con questo film, la Palma d’Oro al 77º Festival di Cannes nel 2024.

In molti hanno accostato la sua pellicola alla nota commedia “Pretty Woman” del 1990, diretta da Garry Marshall. Niente di più diverso. Il film si costella di risate amare, nessun lieto fine.

Lo si precisa subito, perché questo film va visto con la profondità d’animo che richiede e non in una serata spensierata.

Il regista è noto per aver rappresentato, anche in sue precedenti opere, il mondo delle sex workers, l’altra faccia della medaglia di tutte quelle volte in cui sul grande schermo si vedono gangster e personaggi che frequentano strip club, prostitute e bordelli, affermando con tracotanza il loro potere.

Dietro a questo modo di vedere le cose e di rappresentarle, ce n’è un altro, quello che ci descrive con sapienza il regista di Anora.

Le ragazze che vengono viste svestite e mentre ballano accontentano le fantasie dei loro clienti, nei camerini sono persone normali che tentano di mantenere se stesse e la loro famiglia e che vedono questo lavoro come una mansione qualsiasi. Non vengono evidenziate situazioni di abuso o violenze plateali, ma in tutto il film sottende una cruda dinamica di potere che detta legge e muove i fili di chi è troppo povero per essere libero.

Anora è una giovane spogliarellista ed escort di origine russo-americana che vive a Brighton Beach, Brooklyn e quando incontra Vanya Zakharov, figlio ventunenne di un potente oligarca russo, la sua vita prende una svolta inaspettata. I due intraprendono una relazione che culmina in un matrimonio impulsivo a Las Vegas, scatenando l’ira della famiglia di lui, determinata a separare la coppia.

Nella prima parte del film l’atmosfera è leggera, fiabesca, anche se si capisce che a dettare le condizioni di questa situazione è un’unica persona, Vanya. Non conosce il valore del denaro, perché ne ha sempre avuto, sceglie Anora per caso e per capriccio si appassiona a lei e ai loro momenti, senza alcun coinvolgimento emotivo. Mentre per lei si percepisce un crescendo di aspettative e di attaccamento alla nuova vita che la porta a licenziarsi dal suo lavoro e a lasciare la sua casa, in lui rimane il potere di andarsene in qualsiasi momento e nulla di ciò che accade lo scalfisce. Anche se è il ragazzo a prendere le decisioni e a muovere le fila di tutta la storia, le conseguenze di ogni sua azione appartengono alla ragazza e da sola la travolgono.

Il regista evidenzia, inoltre, come lo status sociale di una persona determini il corso della sua vita, senza possibilità di scegliere. Non c’è via di scampo. Non c’è alternativa. E quando si realizza una fiaba, è solo un tempo precario, subito corretto e schiacciato dal corso reale degli avvenimenti.

Il film divide nettamente i ricchi burattinai dalle marionette, da una parte si gioca e dall’altra si vive, con dolore, gioia, tristezza, sogni e umanità. Quest’ultima appartiene unicamente ad Anora, interpretata da Mikey Madison, premio Oscar come miglior attrice.

Oltre ai grandi temi di critica sociale e di rappresentazione reale del mondo delle sex workers, c’è un altro punto di vista che si può trovare nella pellicola, qualcosa che si avvicina all’esistenza di ognuno di noi: il tema dell’illusione di un amore e della manipolazione.

Se non è certo cosa frequente che un ricco miliardario sposi per gioco qualcuno, capita spesso, invece, che alcune persone raggirino il proprio partner, lo utilizzino per i propri scopi e poi lo lascino, da un giorno all’altro, facendo crollare in un secondo tutte le promesse di amore, fatte fino al momento prima e a cui solo uno dei due credeva fermamente.

Qualcuno direbbe che è un comportamento tipico del o della narcisista, ma a cosa servono le definizioni, quando tutta la tua vita costruita fino a quel momento crolla inesorabilmente?

Torna alla mente la scena in cui Ani si batte come un leone per liberarsi dai due tirapiedi che vogliono tenerla ferma in casa, affinché si presti poi ad annullare il suo matrimonio. In quel momento, si percepisce la profondità con cui la ragazza aveva creduto a ciò che le era accaduto. Come una stupida, si direbbe. Ed in effetti è proprio così che ci si sente, quando scopri che l’unica persona incapace di dare fuoco a tutto e scappare sei tu. Sola, inutile, nuda come un verme guardi ciò che era la tua vita bruciare, per mano di quello che era il tuo partner che è già a divertirsi con un altro gioco.

Anora racconta molte storie e in alcuni momenti ci ho visto anche la mia.

Se avete voglia di non fermarvi alle apparenze, è il film giusto per voi. Buona visione.

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mercoledì 30 Aprile 2025