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Craig fa parte del mio gruppo di amici; è il migliore amico del mio ragazzo, Aaron, per la precisione. Frequentiamo tutti la stessa scuola. Non è una scuola qualsiasi: da qui escono i futuri dirigenti del paese e, chissà, forse anche del mondo. Quasi ogni sera ci troviamo a casa di Aaron per giocare a qualche videogioco e fumare una canna in compagnia. Ci rilassiamo.
Ad ogni modo, lunedì Craig non si fece vedere a scuola,per cui gli telefonai. In un istituto di eccellenza come il nostro anche una singola giornata persa può essere fatale. Un compito perso può voler dire arrivare solo a 93/100, un punteggio mediocre che può rovinare la media scolastica per sempre, e così nessuna università rispettabile ti prenderà mai in considerazione, non troverai mai un buon lavoro, con cui comprare la casa dei tuoi sogni. Perciò capite la mia preoccupazione non vedendolo arrivare. In realtà, credevo che avesse deciso di lasciare la scuola. Non è particolarmente dotato, al contrario di Aaron. Tuttavia, ogni tentativo di comunicazione si dimostrò del tutto inutile, poiché il suo cellulare dava un segnale costante di linea occupata.
Nemmeno il giorno successivo si presentò a scuola, ma quel pomeriggio, finalmente, arrivò una sua telefonata. La sua voce era strana. Mi disse in tutta fretta che stava bene ma che non poteva parlare e che non sapeva quando sarebbe ritornato a scuola.
Per fortuna, il mio cellulare ha registrato il numero da cui era stata effettuata la chiamata e, con l’aiuto di Aaron, ho scoperto dove si trova Craig. Cosa ci fa un ragazzo come lui al reparto psichiatrico dell’Argenon Hospital? Non sapevo che stesse male, che prendesse delle medicine per combattere la depressione, come me. Siamo tutti pazzi, Craig? Dovrei farmi ricoverare anche io?
O, forse, come dici tu, siamo solo tutti un po’ incasinati.
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martedì 6 Giugno 2023