Il pensiero bianco, allenare alla diversità: Lilian Thuram e Marco Aime, il racconto del dialogo che ha inaugurato l’Agosto degasperiano 2025
Ha inaugurato l’edizione 2025 dell’Agosto degasperiano – Allenare la democrazia il dialogo tra Lilian Thuram, ex calciatore e attivista per i diritti umani, e l’antropologo Marco Aime, entrambi protagonisti del primo evento della rassegna al Teatro Comunale di Pergine Valsugana.
Fin da subito Thuram e Aime hanno coinvolto il pubblico in una linea di pensiero totalmente diversa, rispetto a ciò a cui siamo abituati: “bianco” è un pensiero, non un colore della pelle che, come dicono saggiamente i bambini, è rosa.
Il pensiero discriminatorio è una costruzione che viene tramandata dalla società, una di quelle cose a cui non ci si può adeguare e nemmeno abituare, come pare, però, che stia accadendo oggi.
Thuram esclama: “Bisogna riflettere come un essere umano. L’altro è un essere umano come me. Io non ho più diritto di un essere umano e la cosa che succede a un essere umano deve toccarmi”.
Aime ricorda un aneddoto e una domanda che fece uno studente di liceo a Thuram: “Se un calciatore nero viene fischiato, deve uscire dal campo?” La risposta: “No. Devono uscire tutti i suoi compagni, perché è un problema di tutti”.
La discriminazione non riguarda solo il sociale, è un problema politico ed economico e va analizzato come tale. Quando succede, in qualsiasi forma essa sia, contro una persona di razza diversa, o religione, o orientamento sessuale, è sempre una violenza. Chi viene colpito soffre e ha bisogno di aiuto. Il calciatore dice che chiunque di noi si trovasse per la strada e fosse aggredito, vorrebbe che la gente intorno non rimanesse impassibile.
“Quando ti educano a pensare che il razzismo e il sessismo sono normali, vuol dire che tu stai sviluppando l’idea che gli altri non ti interessano”. E, politicamente, far sentire solo ognuno di noi, è conveniente.
Bisogna stare molto attenti alla cultura e alle abitudini in cui siamo immersi. Un altro fatto dirompente accaduto durante la serata riguarda la cartina geografica che Thuram ha mostrato: tutti hanno pensato che la stesse tenendo storta, perché l’Africa era sopra, rispetto all’Europa, eppure in pochi secondi ci si rende conto che la nostra mente ragiona per preconcetti e non per informazioni vere.
Nella cartina geografica, in realtà, chi è sopra e chi è sotto è solo una questione di punti di vista.
L’incontro ha aperto diverse finestre sugli spazi chiusi di idee in testa, sedimentate da troppo tempo. Il razzismo non è solo discriminazione etnica, già di per sé molto grave, ma è una delle tante modalità di prevaricazione, prepotenza da parte di chi ha il potere (e il capitale) verso le persone che non hanno le stesse possibilità.
Thuram ha ribadito che non è normale sapere che nel mondo ci sono persone che muoiono letteralmente di fame e altre così ricche da non sapere come spendere il denaro. E più volte ha nominato un’utopica “ridistribuzione della ricchezza”.
A gennaio, sono uscite le nuove indicazioni nazionali per la scuola e si parla esplicitamente della centralità della storia d’Italia e dell’Occidente, come se esistesse un unico modo di guardare il mondo, come se anche questa impostazione non fosse altro che razzismo istituzionalizzato.
In conclusione, Thuram e Aime hanno dato vita a un dialogo intenso e intellettualmente stimolante, che sollecita tutti a uscire da un approccio passivo per interrogarsi su ruoli, responsabilità e visioni culturali radicate.
L’incontro si può rivedere sul canale YouTube della Fondazione Alcide Degasperi.
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mercoledì 8 Ottobre 2025