Perchè non si studiano autrici a scuola?

Guardando il percorso scolastico letterario che uno studente compie nel sistema italiano emerge una domanda: in tredici anni di scuola tendenzialmente si affrontano pochissimo opere di autrici, per quale motivo?

Le ragioni di questa esclusione possono essere di ordine pratico e culturale: le ragioni pratiche risiedono nella mancanza di tempo, il programma di italiano da svolgere in un triennio di scuola superiore comprenderebbe la letteratura dalle origini fino alla contemporaneità. Svolgere un programma così vasto in un tempo limitato è difficile ma i docenti hanno libertà di scelta su cosa proporre in classe grazie al fatto che non esistono più i programmi ministeriali. Le ragioni culturali sono individuabili nella lunga tradizione scolastica italiana che ha sistematicamente escluso le scrittrici dai programmi scolastici. Spesso lo stesso corpo docente risulta restio a rivedere la propria programmazione per inserire le scrittrici.

Questa esclusione ha contribuito a trasmettere l’idea errata che la storia culturale del nostro Paese sia stata scritta esclusivamente da uomini. Eppure, scrittrici, italiane e non solo, ci sono sempre state e hanno scritto, pubblicato, influenzato la cultura del loro tempo. Includerle non è solo una questione di parità di genere ma anche pedagogica. Non riscontrare alcuna scrittrice nel proprio percorso scolastico significa crescere con l’idea che le donne abbiano avuto un ruolo secondario nella produzione culturale e, soprattutto per le giovani studentesse, questo si traduce nella mancanza di modelli a cui ispirarsi.

Per troppo tempo la letteratura femminile è rimasta ai margini dei percorsi formativi, limitata a presenze episodiche o a mere note di contesto. Ma le voci delle donne hanno offerto prospettive alternative, sensibilità diverse, riflessioni profonde. Dal punto di vista didattico, l’integrazione di opere femminili consente di arricchire i contenuti curriculari. Restituire spazio alle scrittrici significa ampliare il canone, superare una visione parziale della tradizione letteraria e promuovere un’educazione più inclusiva, pluralista e critica. Si tratta di fornire agli studenti e alle studentesse strumenti per leggere il mondo in modo più complesso e sfaccettato, riconoscendo il contributo di autrici, che nonostante ostacoli culturali e sociali hanno saputo affermare la propria voce.

In conclusione, rivedere i programmi scolastici per includere le scrittrici non è solo un’opportunità ma una responsabilità educativa. Solo attraverso un approccio più equo e rappresentativo della letteratura sarà possibile formare lettori e lettrici consapevoli, capaci di valorizzare tutte le voci che compongono il patrimonio letterario culturale e umano.

 

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venerdì 26 Dicembre 2025