“Tre piani”, Nanni Moretti si si ispira all’omonimo romanzo di Eshkol Nevo per una pellicola cruda e commovente

Una pellicola cruda e allo stesso tempo commovente, tratta dall’omonimo romanzo di Eshkol Nevo. Si tratta, infatti, del primo film del regista Nanni Moretti tratto da un soggetto non originale. Girato nel 2019 e in concorso al Festival di Cannes nel 2021, nonché in gara come Miglior sceneggiatura non originale ai David di Donatello del 2022.

 

Nell’adattamento italiano la vicenda si apre in una Roma che fa solo da cornice e, come indica il titolo stesso, ha luogo su tre piani di una palazzina, con tre storie che si intrecciano l’un l’atra. La storia di un padre (Riccardo Scamarcio), che cerca la verità su cosa sia successo alla figlia di sette anni con l’anziano vicino di casa; un uomo consumato dalla paura e dal dubbio tanto da farsi consumare, andando così a minare le basi del suon felice matrimonio: “O forse preferisci pensare che non sia successo niente, così puoi continuare a non occuparti di lei. —Scendi. O scendi tu o scendo io—”. Poi, una neo mamma (Alba Rohrwacher), che si trova sola con la figlia, senza il marito (Adriano Giannini) lontano da casa per lavoro; isolata, con un passato tormentato e consumata da dubbi: “Grazie per essere rimasta, davvero […] è che così, da sola, ho paura di tutto. Con lei qui adesso è diverso, è tutto più vero”. Infine, una moglie, donna e madre (Margherita Buy), che di fronte a una tragedia si vede costretta a scegliere più che l’amore materno per il figlio, la devozione verso l’intransigente marito (Nanni Moretti): “Quello che ti è successo non è successo per caso Andrea. Sei sempre stato un problema per noi. Ci hai sempre deluso”. Tre pianerottoli. Tre storie. Tre vite. Questo l’inteso dramma portato in scena e interpretato dallo stesso regista, che porta sullo schermo la sofferenza, così come la libera scelta umana, descrivendo in chiave razionale le conseguenze delle proprie azioni. Un film impegnato e sentito che, seppur non scritto di proprio pugno, non si discosta dal cinema di Moretti. Scene lente, dove i dialoghi e i silenzi hanno non solo lo stesso peso, bensì la medesima importanza.

 

Un’intensa pellicola che scava nella morale umana. Padri, madri e figli che vivono la realtà della crescita, dell’educazione e del cambiamento in un film audace ed abilmente interpretato da un cast d’eccezione. Un film che porta al pubblico l’intima insicurezza che si cela in ogni possibile persona.

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giovedì 25 Dicembre 2025