FdS 2025 – Mattia Furlani: un salto nell’oro

“Mio fratello dice sempre che il salto più importante è il quinto”, e così è stato per il ventenne Mattia Furlani ai Mondiali di Atletica leggera, tenutisi a Tokyo a settembre di quest’anno.
Dopo un primo tentativo in cui aveva spinto troppo ed era atterrato sulla pedana, il secondo valido ma non abbastanza distante, il terzo nuovamente troppo energico e il recupero nel quarto, “ho finalmente trovato l’equilibrio che mi serviva per portare a casa quegli 8,39 metri che mi sono valsi la medaglia d’oro”. Quando gli fanno notare che è la lunghezza di una limousine si mette a ridere incredulo. “È stata una gara veramente particolare. Il campione da battere era stato eliminato molto prima e sapevo che se avessi azzeccato il salto non ce ne sarebbe stato più per nessuno”.
Partito da piccolo sognando il salto in alto, si innamorerà invece di quello in lungo, nonostante il fastidio per la sabbia, della quale “non ci si libera più. È veramente un incubo, però fa parte del gioco e quindi alla fine l’accetti e impari a conviverci. Mi rifaccio poi quando mi presto come modello per mio fratello Luca che gestisce la mia immagine sui social: lì sono meravigliosamente pulito e mi diverto molto. YouTube è diventato una specie di archivio museale di tutta la mia carriera sportiva”.
L’importanza che attribuisce alla famiglia si percepisce chiaramente ogni volta che ne parla. Dall’esempio della sorella Erica, che per prima intraprende l’attività atletica e diviene così un’ispirazione per il fratellino, alla mamma allenatrice che cresce insieme ai figli, dal padre che li supporta in tutto e per tutto all’imminente arrivo del primo nipotino, che Mattia attende con ansia. “Sto per diventare zio e non vedo l’ora. Non ho mai avuto bisogno di esplicitare quanto la mia famiglia sia fondamentale perché è sempre stata parte del mio percorso. Siamo di umili origini ma abbiamo avuto la fortuna di incontrare persone che hanno investito su di noi. Siamo sempre stati molto uniti e ora iniziamo a raccogliere i frutti di quello che abbiamo seminato con tanti sacrifici”.
Un pensiero va poi alla collega Larissa Iapichino: “La sconfitta è qualcosa di molto personale, a me ad esempio pesa l’aver avuto una stagione irregolare. Ma le sconfitte non sono fallimenti, bensì sproni a fare sempre meglio, pur sapendo che non si può raggiungere sempre l’apice. Il futuro è di Larissa ma, anche se non dovesse essere così, sta comunque facendo un percorso eccezionale che avrà una grandissima risonanza nella sua vita”.
E a proposito dei suoi personali sogni per il futuro c’è il record del mondo di 8,46 metri da battere. “Studio i grandi campioni del passato per capire come muovermi. Ora che ho realizzato alcuni sogni che mi sembravano irraggiungibili, ho imparato che nulla è impossibile. Non so se ci riuscirò ma sicuramente ci proverò. Tra le fonti di ispirazione in questo senso ho molti atleti lontani dal mio mondo, ad esempio Sinner. A Wimbledon mi ha elettrizzato vedere quanto ci abbia creduto e lo abbia voluto. È un grandissimo campione che ha fatto tanto e continuerà sicuramente a fare tanto”.
Foto © Archivio Ufficio stampa Provincia autonoma di Trento – Michele Lotti
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domenica 19 Ottobre 2025