Agosto Degasperiano, con la storica Michela Ponzani: “Donne che resistono”
C’è un silenzio particolare, quando si parla di morte. Ma c’è un silenzio ancora più potente, quando la morte diventa memoria collettiva. È quello che ha avvolto l’anfiteatro del Parco delle Terme di Levico lunedì 4 agosto, durante l’incontro con la storica Michela Ponzani per l’Agosto Degasperiano 2025, organizzato dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi.
Il titolo dell’appuntamento è chiaro, preso dall’ultimo libro pubblicato dalla storica Ponzani, “Donne che resistono”: “Sono, nel dopoguerra, le vedove, le madri, le figlie che reclamano una degna sepoltura, per una strage, un massacro o un crimine di guerra, come le Fosse Ardeatine. Sono donne che devono trasformare un massacro in una memoria e trasformare, da quella memoria, un crimine in un’identità, conservare l’identità di chi è caduto in quella strage”.
Quelle di cui Ponzani ci parla e scrive sono storie reali che riguardano chi è rimasto, dopo l’uccisione di 335 uomini nell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Donne che, nel pieno del dolore, non hanno chiesto vendetta, ma giustizia. Che non hanno innalzato simboli di odio, ma costruito con determinazione il mausoleo delle Fosse Ardeatine, trasformando un luogo di barbarie in un presidio della memoria repubblicana.
Ponzani parla, inoltre, delle tante trasformazioni del periodo fascista, in cui le coscienze di uomini e donne hanno dovuto interrogarsi sul proprio ruolo personale e nella società. Le donne erano state, fino ad allora, il “bottino degli eserciti”, ma ad un certo punto “rompono con tutte le gerarchie, fuori e dentro le mura domestiche”. Ponzani spiega: “C’è un bellissimo manifesto dei gruppi di difesa della donna che dice Le donne rivendicano il diritto di disporre della loro sorte. Chi dice che il posto della donna è nella casa tradisce e mente, perché le case crollano e il fatto che la donna sia l’angelo della casa non lo può impedire.
Quindi le madri d’Italia sono altro: non possono più aspettare notizie di figli che vengono mandati a morire. Prendono in mano il loro destino”.
Eppure, bisogna riflettere sul fatto che per nessuno, allora, fu così semplice la scelta di imbracciare le armi e vedere la morte davanti agli occhi.
Nel suo intervento, Ponzani ci guida in un viaggio che intreccia vicende personali e storia collettiva, restituendo alla Resistenza italiana verità storiche spesso mistificate, politicamente strumentalizzate o dimenticate.
A ottant’anni dalla Liberazione, il valore della Resistenza non è più (solo) materia per storici: è uno specchio. Ci interroga. Ci chiede se siamo ancora capaci di riconoscere la dignità della memoria come strumento di coesione, come fondamento della convivenza.
L’incontro si inserisce nel ciclo di eventi dell’Agosto Degasperiano 2025, che quest’anno porta il titolo programmatico “Allenare la democrazia”. Una democrazia che, come lo sport, esige costanza, fatica, allenamento quotidiano. Una democrazia che si costruisce anche ascoltando storie scomode, evitando le semplificazioni, attraversando la complessità del passato.
Ecco allora il senso profondo di una serata come questa: non commemorare, ma imparare. Non celebrare, ma interrogarsi. In un mondo che corre veloce, dove le parole “resistenza” e “libertà” sembrano sempre più spesso svuotate o strumentalizzate, riscoprire la concretezza di quei gesti ci ricorda che ogni conquista civile è frutto di una scelta. E che, per difenderla, serve più della retorica: serve impegno.
Attualità
Twitter:
mercoledì 8 Ottobre 2025