Bombino, il caldo abbraccio della musica
I concerti divertenti si contano sulle dita di una mano. Non belli: divertenti. Di concerti belli, per fortuna, se ne fanno ancora, e poi molto dipende dai gusti musicali di ognuno di noi. Ma i concerti divertenti, i concerti oggettivamente divertenti, sono rarissimi. Quelli, poi, divertenti e belli sono praticamente unici. Il concerto di Goumour Almoctar – in arte Bombino – nella cornice trentina del Teatro Capovolto di Piazza Cesare Battisti è stato uno di questi. Un concerto divertente, magico, qualitativamente superbo. Appunto: uno spettacolo unico nel suo genere.
E non c’è nemmeno bisogno di tanto, affinché avvenga la magia, se non di tre strumenti: percussioni (Corey Wilhelm), chitarra ritmica (Mohamed Alhassan Kawissan) e basso (Anass Almahamoud). Perché poi c’è lui, il “Sultano delle sei corde”, uno che definire chitarrista è fargli un torto, perché significherebbe includerlo in una categoria alla quale evidentemente non appartiene. O, se vi appartiene lui, allora insieme a lui ci sono pochissimi altri fenomeni dello strumento (come quel Jimi Hendrix e quel Mark Knopfler che tanto importanti sono stati per la sua formazione musicale), non certo i molti, troppi strimpellatori seriali che infestano le radio al giorno d’oggi.
Il concerto di Bombino è un viaggio attraverso sonorità ibride, che uniscono il rock occidentale degli anni Sessanta e Settanta ai suoni e alle musiche del deserto, grazie anche all’uso della lingua Tuareg. Il risultato è un blues ambiguo e mesmerico, fatto di riff coinvolgenti e di climax travolgenti, tenuto insieme dal talento allo stato brado di Bombino e della sua band, che cantano la pace e la libertà del deserto, la loro voglia (anzi: il loro bisogno) di resistere e di ritrovarsi nella musica.
Alla fine, ciò che conta è esserci e condividere parte del viaggio. È vero, come ha detto Almoctar in una recente intervista, che “l’Italia mi accoglie sempre a braccia aperte”. Ieri sera Piazza Cesare Battisti era gremita, e ipnotizzata da note che parevano provenire da un’altra costellazione. È stato un lungo e caldo abbraccio, un abbraccio fatto di musica e di emozioni.
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mercoledì 8 Ottobre 2025