La donne rappresentano negli Stati Uniti la metà della forza lavoro. Eppure sono solo il 25% quelle che ricoprono qualche posizione nei cosiddetti settori STEM: Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. Secondo i dati della National Science Foundation, alle scuole elementari il 66% delle bambine americane dichiara di amare la matematica e la tecnologia, ma solo il 18% degli studenti delle Facoltà di ingegneria è femmina. Il motivo è presto detto. Le ragazze americane risultano incoraggiate tre volte meno rispetto ai coetanei maschi a intraprendere la carriera di scienziata o ingegnera.
Per promuovere l’impegno delle donne nei settori in cui tradizionalmente sono minoranza, Verizon Foundation e Makers – Women Making America hanno lanciato negli States la campagna Inspire her mind. Genitori, insegnanti ed educatori sono invitati a sostenere le bambine nel processo di affrancamento dagli stereotipi di genere. Come? Utilizzando il tempo dedicato al gioco per stimolare la loro immaginazione su argomenti come l’astronomia o la fisica. Anche nei momenti ludici si costruisce infatti l’autopercezione di sé e si scelgono i modelli a cui ispirare la propria vita.
A inizio giugno, a sostegno della campagna, è stato lanciato sul web un video che ha già sfondato il tetto di 3 milioni di visualizzazioni e che racconta la storia di Samantha, bambina e poi adolescente americana. Pur circondata dall’amore e dalle attenzioni dei familiari, è costretta fin da piccolissima a fare i conti con gli ostacoli e le limitazioni che la società pone ancora davanti a una ragazza. Sam è redarguita dai genitori se sporca l’abitino che indossa o se al mare gioca con stelle marine e altre piccole creature della spiaggia. Quando poi la vedranno maneggiare un trapano, verrà invitata a lasciar fare al fratello maggiore. Il risultato? Passeggiando lungo i corridoi della scuola, Samantha si soffermerà davanti a una locandina che annuncia una fiera della scienza. Perplessa, si passerà il gloss sulle labbra e proseguirà oltre, pensando probabilmente che quelle cose non fanno per lei.
A concludere il video l’intervento di Reshma Saujani, fondatrice di Girl Who Code, organizzazione no-profit che lavora per ridurre il divario di genere nei settori dell’ingegneria e della tecnologia: «Le nostre parole ‒ afferma ‒ possono avere un impatto enorme. Non è tempo di dirle che è anche davvero intelligente? Incoraggia il suo amore per la scienza e la tecnologia e ispirala a cambiare il mondo».
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mercoledì 11 Settembre 2024
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