Il cucito, la cucina, la gestione della casa, l’educazione dei figli; questi sono solo alcuni degli argomenti che le nostre nonne trattavano a scuola nell’ora di Economia domestica. Questo era richiesto a una giovane fanciulla in età da marito, una donna che sarebbe diventata moglie prima e madre poi. Quando la donna divenne anche lavoratrice le cose iniziarono a cambiare e, a partire dagli anni Sessanta, parlare di economia domestica divenne quasi offensivo e la materia venne tolta dai curricula scolastici. Oggi, a cinquant’anni di distanza, le cose sembrano muoversi in una direzione ancora diversa: l’economia domestica torna, sia sul territorio con corsi organizzati da varie Istituzioni, sia sul web con blog e forum incentrati proprio sull’attività casalinga. Non si impara più a farcire il tacchino perfetto o ad attendere sorridenti il marito alla finestra, l’attenzione è volta a creare un atteggiamento sostenibile e anticrisi. La gestione della casa è attenta agli sprechi, indirizzata perciò verso il risparmio ma anche rivolta al rispetto per l’ambiente; si discute sull’uso di prodotti naturali o a chilometro zero, per un vantaggio proprio ma anche del territorio in cui si vive. Le nostre antenate si stupirebbero di trovare qualche maschietto e sicuramente avrebbero qualcosa da ridire visto che nessuno più si cura di avere il corredo inamidato o il servizio “buono”; ma sarebbero anche orgogliose di vedere riscoperti quei rimedi vecchi di cent’anni che aiutano a sopravvivere ai raffreddori invernali o rispolverate le macchine da cucire. Non tutto perciò è stato cancellato, alcuni saperi vengono recuperati mentre altri giudicati superati vengono sostituiti da un nuovo approccio più moderno dovuto naturalmente a nuove e diverse necessità: la perfezione e la forma sono rimpiazzati dal risparmio e dalla sostenibilità.
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domenica 8 Dicembre 2024