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Circe: donna, maga, amante

La mitologia è un affare mica da poco, ci sono storie, intrecci, tradimenti, familicidi che a leggerli viene il capogiro!

Prendiamo il mito di Circe, ad esempio. La tradizione tramanda che sia figlia di Elios, Dio del Sole, e della ninfa Pesside, una delle Oceanine, potenti dee dell’Acqua e del Mare. E fin qui nulla degno di gran nota. A smuovere la situazione, ci pensò la sorella di Circe, Pasifae. Vi dice niente questo nome? Pasifae era la sposa del re di Creta, Minosse. Forse ora si è accesa qualche lampadina? Pasifae s’innamorò di un toro e diede alla luce il Minotauro, il mostro che fu rinchiuso in un labirinto e poi ucciso da Teseo.

Ve li immaginate gli dei dell’Olimpo dopo questo scoop? La moglie del re di Creta beccata con un toro! Tutti a mormorare e a puntare il dito! Eppure… De gustibus non est disputandum! Vaglielo a spiegare che ognuno ha le proprie preferenze in amore e che è doveroso rispettarle!

Con una sorella così, Circe non potè essere da meno: anche lei volle la sua parte di pettegolezzi divini! Quindi avvelenò senza troppi ripensamenti il marito, il re dei Sarmati, e si rifugiò sull’isola di Eea, nel promontorio laziale del Circeo, che dalla nostra sciupauomini prende appunto il nome. Cosa ci sarà andata a fare una donna che tutti descrivono come bellissima e con una voce irresistibile su un’isola deserta? A fare la padrona di casa! Ospitava i forestieri di passaggio e, dopo aver offerto loro il proprio talamo, li tramutava in porci.

Circe_Offering_the_Cup_to_Odysseus (1)

Un giorno, sull’isola approdò la ciurma di Ulisse: non illudiamoci che fossero marinai con il fascino di capitan Jack Sparrow, anzi! Erano sopravvissuti a terribili eventi: prima a Polifemo e poi ai Lastrigoni, i giganti cannibali che schiacciarono la flotta greca con dei grandi massi. Solo la nave di Ulisse e dei suoi uomini riuscì a fuggire, e li possiamo immaginare con le barbe ispide e i capelli lunghi, bruciati dal sole e provati dal sale e dai funesti eventi; più simili a orsi che a eroi insomma. Non a caso, quando giunsero presso la reggia di Circe, furono subito trasformati in porci.

L’unico a non essere toccato dalla maledizione della nostra maga fu Ulisse, aiutato dal consiglio divino di Ermes. Forse fu questo a farla innamorare: quell’uomo, che a guardarlo sembrava più un senzatetto che un re, era stato l’unico a non cadere nel suo tranello! Circe se ne innamorò, ma non fu mai del tutto ricambiata: certo, condivisero il talamo, ma si può solo per questo parlare d’amore?

L’eroe, in fondo, si affezionò alla dea. Quando i suoi compagni gli chiesero di salpare alla volta di Itaca, il figlio di Laerte apparve alquanto titubante e compì un gesto davvero inaspettato: chiese il permesso alla dea. E lei, seppur con riluttanza, lo lasciò andare! Forse si era stancata di quel gruppo di parassiti che mangiava, beveva e si divertiva a sue spese, o forse era informata sul futuro che avrebbe atteso Ulisse: essere ucciso da Telegono, figlio illegittimo della loro passione.

Cultura
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giovedì 28 Marzo 2024